Al posto del Nuovo Hotel del Porto, in via del Porto 6, è aperto da qualche giorno Ostello Bello, il dodicesimo sul territorio nazionale dell’omonimo gruppo imprenditoriale amministrato da Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Nato a Milano nel 2011, non è solo ostello, ma anche bar, terrazza e piccoli eventi aperti al pubblico, come talk, mostre, laboratori, degustazioni. Negli anni la rete si è allargata: Milano (con due strutture), Como, Genova, Assisi, Palermo, Finale Ligure, Napoli, Firenze, Roma. E ora Bologna.
«Nelle nostre strutture convivono due mondi – spiega Carlo Alberto Dalla Chiesa: i viaggiatori e le persone che vivono la città. L’idea di Ostello Bello è mettere in collegamento questi due soggetti, creare una reciproca curiosità. Lo strumento per farlo è la cultura, nella sua accezione più ampia. La parte più sfidante per noi sarà riuscire a mettere radici nel tessuto sociale del quartiere. Questa è la vera scommessa. Vendere posti letto o camere è la parte più semplice; molto più difficile, ma per noi fondamentale, è riuscire davvero a radicarci nella comunità.»
La struttura potrà accogliere massimo 157 persone, suddivise in camerate che vanno da 8 a 4 letti, doppie e triple.
Presenti alla conferenza stampa di inaugurazione anche il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e il Delegato al Turismo, Mattia Santori.
«Ostello Bello – ha affermato il Sindaco – è una realtà imprenditoriale molto nelle corde di Bologna, che parla alle nuove generazioni, che crea lavoro rivolto al pubblico giovanile, che lavora sull’accessibilità, sull’inclusività. Questa nuova struttura farà bene alla zona, farà bene a tutta la città e dimostrerà che è possibile fare turismo senza essere predatori, senza essere escludenti. Il turismo è una cosa che abbia scelto: abbiamo deciso di promuovere Bologna, ma dobbiamo farlo puntando sulla qualità. La qualità dell’accoglienza è decisiva per la reputazione della destinazione. Più albergatori e più cittadini ospitali avremo, più Bologna sarà diversa dalle altre città. L’ho sempre detto: ogni euro investito nel turismo è un euro investito nella comunità. Ma la città deve restare autentica e basarsi sulle relazioni. È per questo che vogliamo regolare il turismo, non rifiutarlo, ma interpretarlo.»
Mattia Santori: «Quest’ostello è un ottimo segnale, anche rispetto al grande investimento pubblico che si accompagna al processo di rigenerazione urbana avviato in questa zona. Tutte queste riqualificazioni acquistano valore quando anche il mercato privato le sostiene e si crea una sinergia che rafforza entrambi.»



