Il nome è tratto dal racconto omonimo di Dino Buzzati che racconta cosa sia l’immobilità dell’anima. Colombre, all’anagrafe Giovanni Imparato, marchigiano, è uno di quei nuovi talenti della musica italiana che stanno riportando l’attenzione sul cantautorato nazionale. Il suo primo album, Pulviscolo, ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, arrivando nel 2017 in finale al Premio Tenco come migliore opera prima. Il disco verrà presentato mercoledì 28 marzo a Palazzo Pepoli per il settimo appuntamento della rassegna ArtRockMuseum 2018.
Per arrivare preparati ci siamo fatti raccontare da lui una playlist di dischi che ne hanno segnato lo stile. Godetevela.
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Velvet Underground – S/T
Difficilissimo scegliere tra i dischi dei VU o quelli di Lou Reed, vado su quello che sarebbe diventato il classico senza tempo.
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John Lennon– The Collection
A tredici anni sono entrato in questo buco nero e non ne sono ancora uscito.
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Jeff Buckley – Live at Sin-è
Un ragazzo con la voce divina e una chitarra elettrica in un piccolissimo caffè di New York. Inarrivabile. Lo ascoltai di continuo per un estate intera. Una sera di quell’estate mi decisi e andai in un locale vicino casa con un giardino di edera molto intimo e chiesi se potevo suonare qualcosa li senza pretese. La cosa funzionò e mi vollero tutti i martedì. Quando andai a New York sulle tracce del Sin-è trovai una lavanderia a gettoni.
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Belle & Sebastian – If You’re Feeling Sinister
Questo disco per me ha il suono del liceo e della solitudine.
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Cody Chesnutt – The Headphone Masterpiece
Un capolavoro a bassa fedeltà di un artista gigantesco chiuso in casa con i suoi demoni, un 4 piste e non solo. Suona praticamente tutto lui. Quando lo ascoltai mi cambiò completamente l’approccio e comprai una scheda audio.
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Caetano Veloso – Album Blanco
Un album malinconico e disperato cantato da Dio con un filo di voce come a rappresentare il suo stato d’animo di quel momento; boicottato dalla dittatura militare, il disco esce quando lui è stato appena esiliato in Inghilterra. Neanche gli arrangiamenti pazzi e spericolati degli Os Mutantes assieme all’orchestrazione magistrale di Duprat riescono a esorcizzare il retrogusto amaro. Ne esce un’atmosfera tipicamente brasiliana, allegra e malinconica allo stesso tempo che mi ha influenzato parecchio.
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Nirvana – Nevermind
Sia benedetto mio fratello per aver portato questo disco a casa quando ero più piccolo. Assieme ai Beatles ai Queen e ai Beach Boys…
https://www.youtube.com/watch?v=F0H2IJR4kXY
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Bob Dylan – Blonde On Blonde
All’inizio Dylan non l’avevo capito, conoscevo solo qualche suo classico, così ho approfondito, ho comprato un libro sui testi e mi sono sentito un coglione.
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The Smashing Pumpkins – Mellon Collie And The Infinite Sadness
Ho ascoltato questo disco almeno una volta al giorno per tre anni, ero attratto dalla sua brutalità e dalla dolcezza…peccato che nel sound sia invecchiato male, ma rimane per me fondamentale.
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Jonathan Richman – I, Jonathan
Jonathan Richman è uno degli artisti che più mi ha influenzato, il suo modo ironico, dolce e amaro con cui gioca con la musica è commovente, ti fa venir voglia di abbracciarlo. Una volta mi ha regalato il suo biglietto da visita, con tanto di indirizzo e numero telefonico per andarlo a trovare a San Francisco…quando è li costruisce pozzi artigianali in pietra.