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Cosa succede quando non succede niente: i panorami sonori di Massimo Carozzi e Margherita Scarano Apolito

Le registrazioni fatte l'1 dicembre 2019 e l'11 aprile 2020 sotto le W di Kinkaleri e Xing

Scritto da La Redazione il 27 aprile 2020
Aggiornato il 28 aprile 2020

W – Cosa succede quando non succede niente è un progetto nato prima della pandemia con l’idea di costruire una memoria sonora fissata in una registrazione; l’infausto destino ha poi voluto che quel “niente” assumesse in pochi mesi un significato molto diverso donando alle registrazioni di Margherita Scarano Apolito (1 dicembre 2019) e Massimo Carozzi (11 aprile 2020) delle sonorità che scandiscono inevitabilmente un prima e un dopo restituendoci una città molto diversa attraverso la descrizione dettagliata di alcuni particolari e l’ascolto della vita in sottofondo.

L’ispirazione arriva da Tentativo di esaurimento di un luogo parigino di Georges Perec: tentare di annotare “ciò di cui normalmente non si prende nota, ciò che non si osserva, ciò che non ha importanza: ciò che succede quando non succede niente, se non il tempo, le persone, le macchine e le nuvole.” Lo scrittore francese scrisse in quel caso di tutto ciò che cadeva sotto la soglia dell’attenzione seduto a un tavolino di Place Saint-Suplice a Parigi, la riproduzione bolognese è invece stata ancorata ai cinque luoghi segnalati dalle W (un progetto artistico di Kinkaleri e Xing che comprende anche un’intervento di Cristian Chironi), declinati attraverso l’ascolto e la voce.

“Era freddissimo, e ora è caldo – scrive Margherita -; era affollatissimo ed ora è tutto vuoto; C’erano le persone in “frenzy” da acquisto natalizio mentre ora i negozi sono tutti chiusi e sto attraversando una via San Vitale veramente surreale. È stata un’esperienza particolare, di stravolgimento: Io non ho mai freddo, e mi sono assiderata. Sono stata una sorta di elemento paesaggistico bizzarro rispetto a questi elementi paesaggistici bizzarri che sono le W, che a me sono sempre piaciute molto per l’immaginario che proiettano di Bologna come metropoli rovesciata, metropolitana segreta, realtà da guardare dall’altro lato, e che suscitano sempre molte domande nelle persone che le notano, perché, appunto, segnalano la presenza di una metropolitana, ma “dov’è questa metropolitana a rovescio?” E così mi sono sentita anch’io uno strano elemento paesaggistico in mezzo a tutte queste persone che si muovevano come pazze”.

“Avere fatto le registrazioni in questo momento pandemico – racconta Massimo -, ha comportato anche che, per fare una cosa che in regime normale avrei fatto senza nessun problema – uscire di casa e andare a registrare – dovessi chiedere un permesso; ho dovuto sottostare ad una trafila burocratica, e indicare le zone e i tempi esatti in cui avrei raccolto le registrazioni, per ottenere una sorta di lasciapassare.
La cosa che apprezzo di questo esercizio è avere la possibilità di stare in un punto fisso di osservazione, avere una posizione quasi neutrale verso le cose, semplicemente guardarle, e cominciare a notare dettagli, particolari o sfumature che di solito sfuggono. Avere quel tipo di concentrazione, stare fermo in un punto, cominciare a guardare le cose e a descriverle con la voce”.

Si consiglia l’ascolto in cuffia. Ulteriori info sul sito http://wetropolitan.blogspot.com/