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Cosa suona in teatro: una playlist di Angela Malfitano e Francesca Mazza

Le due attrici in scena l'8 e il 9 febbraio all'Arena del Sole con “Due vecchiette vanno a Nord”.

Scritto da La Redazione il 6 febbraio 2020
Aggiornato il 7 febbraio 2020

Le attrici Angela Malfitano e Francesca Mazza riallestiscono nella Sala Thierry Salmon del Teatro Arena del Sole Due vecchiette vanno a Nord dell’autore francese Pierre Notte, sabato 8 e domenica 9 febbraio. Malfitano e Mazza vestono i panni di due sorelle invecchiate assieme, alle prese con un viaggio memorabile, dopo un lutto che destabilizza il loro equilibrio.

Per l’occasione ritorna anche la nostra rubrica creata in collaborazione con ERT Fondazione per raccontare alcuni degli ospiti della stagione oltre il teatro stesso, indagando la musica che ruota attorno allo spettacolo, quei brani che sono stati in certi casi fonte di ispirazione o semplicemente hanno accompagnato lo sviluppo dell’opera, durante la scrittura, prima e dopo le prove, in cuffia, in macchina, a casa, al lavoro.

Ecco qui sotto cosa ci hanno proposto e perché.

Nel testo Deux petites dames vers le nord di Pierre Notte erano previsti brani musicali originali, scritti dallo stesso Notte.
Di questi brani non avevamo la partitura e, data la fretta con cui abbiamo messo in scena il testo nell’ormai lontano 2010, sarebbe stato difficile recuperarle ed impararle. Abbiamo perciò optato per un autore francese molto noto, e dunque riconoscibile, e, soprattutto caratterizzato da una spensieratezza che ci sembrava adatta al clima dello spettacolo: Charles Trenet.
Le canzoni di Trenet presenti nello spettacolo sono:

Douce France che le “deux petites dames” cantano per dare l’addio alla madre durante la sua cremazione all’obitorio.
Nell’impossbilità di trovare parole adatte alla situazione, scelgono di salutarla con una canzone che parla dell’infanzia e delle memorie famigliari.

Je chante, cantata dalle sorelle durante il viaggio in autobus alla ricerca del cimitero.
In questo caso, il canto dovrebbe esorcizzare la paura di trovarsi alla guida di un autobus da sessanta posti. Un autobus, rubato…
La canzone parla di un viaggio ma, al di là della manifesta allegria, si tratta comunque del canto di un fantasma; ancora, quindi,  vi è sotteso il tema della morte.

E, naturalmente, La mer intonata dalle sorelle sulla ritrovata tomba del padre, in una sera piovosa e felice perché  riconciliante col passato.

Nella discoteca le due sorelle ascoltano Sylvie Vartan e si chiedono se sia ancora viva e se sia opportuno ballare sulle canzoni dei cantanti morti. Ma è morta Sylvie Vartan?
Finiranno per ballare insieme su Baby, c’est vou 

Sempre nella discoteca, c’è il momento Karaoke in cui Annette decide di cantare una canzone dedicata alla sorella Bernadette.
La scelta in questo caso è caduta su Io che amo solo te di Sergio Endrigo; le parole ci sono sembrate particolarmente adatte e nel momento in cui il testo dice: io ti regalerò, quel che resta della mia gioventù ci siamo divertite a lasciare in  sospeso il testo, visto che la gioventù è ormai alle spalle.