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Cosa suona in teatro: una playlist di Kepler-452

Dal 5 al 15 dicembre al Teatro Arena del Sole la compagnia presenta il nuovo “F. Perdere le cose”

Scritto da La Redazione il 28 novembre 2019

Foto di Luca Del Pia

La compagnia Kepler-452 torna in scena al Teatro Arena del Sole dal 5 al 15 dicembre, dopo il successo e la lunga tournée de Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, con il nuovo spettacolo F. Perdere le cose, una produzione ERT Fondazione che ha visto il suo debutto a VIE Festival lo scorso marzo.
Dopo avere portato sul palcoscenico una coppia di bolognesi, sgomberati dalla loro abitazione per far spazio all’apertura del più grande parco agroalimentare al mondo, FICO, ora la compagnia racconta la storia di F., un senzatetto di origine nigeriana, in Italia da vent’anni, conosciuto a Bologna in un dormitorio per persone con problemi sanitari. Questa volta però F. non può salire sul palco con gli attori, perché privo di documenti e di tutela alcuna.

Per l’occasione ritorna anche la nostra rubrica creata in collaborazione con ERT Fondazione per raccontare alcuni degli ospiti della stagione oltre il teatro stesso, indagando la musica che ruota attorno allo spettacolo, quei brani che sono stati in certi casi fonte di ispirazione o semplicemente hanno accompagnato lo sviluppo dell’opera, durante la scrittura, prima e dopo le prove, in cuffia, in macchina, a casa, al lavoro.

Ecco qui sotto cosa ci hanno proposto e perché.

ABBA The winner takes it all
È forse il pezzo che abbiamo ascoltato di più mentre creavamo F. – Perdere le cose, anche se non è mai entrato nello spettacolo. Una volta siamo andati a “Generi di conforto”, un evento che il Cassero realizza una volta all’anno per i senza fissa dimora. C’è stato un momento in cui c’erano una trentina di senza fissa dimora che mangiavano e gli ABBA dicevano “chi vince prende tutto”. L’abbiamo trovata un’immagine indimenticabile.

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L’EclairL’arivée au port de Lagos
Questo pezzo invece apre lo spettacolo. Stavamo cercando musica nigeriana, in relazione alla nazionalità del protagonista e grande assente dello spettacolo e Bebo, il nostro selezionatore di musiche, ci ha portato questo pezzo. Ce ne siamo subito innamorati.

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Vasco RossiVita spericolata
Un giorno, mentre parlavamo con F., in una sala prove molto lontana dal centro di Bologna, al freddo, gli abbiamo chiesto come avrebbe definito la sua vita. Lui ha detto: una vita spericolata, di quelle vite fatte, fatte così. Ora la cantiamo insieme al centro esatto dello spettacolo, poco prima che tutto vada a finire male.

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Francesco De GregoriLa valigia dell’attore
Non c’entra nulla con lo spettacolo, ma capita molto spesso che in camerino, mentre ci cambiamo, la cantiamo. Ogni volta cerchiamo quanto simile è il camerino in cui siamo rispetto a quello che descrive De Gregori nella canzone. Di solito molto simile.

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Gavin Bryars e Tom WaitsJesus blood never failed me yet
Gavin Briars se ne andava in giro per Londra alla ricerca di suoni e gli capita di incontrare un barbone ubriaco che canta una canzoncina che dice “il sangue di Gesù non mi ha mai tradito”. Decide di campionarla e costruire un accompagnamento polifonico di intensità crescente che la accompagna, per 73 minuti. Alla fine si aggiunge anche la voce di Tom Waits, che effettivamente è quanto ci sia di più simile alla voce di un barbone ubriaco. È una delle cose più belle mai sentite e chiude il nostro spettacolo e questa nostra lista di suggerimenti di ascolto.