In quella piccola enclave che è l’area oltre il sottopassaggio di via Zago, sotto il ponte Stalingrado, alle spalle del Freakout, c’è un vecchio magazzino che costeggia i binari della ferrovia, circondato da quei graffiti e quello scenario post industriale che in molti associano ad angoli di Berlino o New York. Era la prima sede bolognese della Romagnoli, storica azienda di patate fondata nel 1928 a Castel D’Aiano, sull’Appennino, da Natale Romagnoli. Il figlio Giuseppe acquistò l’edificio nel ’57 per farne un grande deposito e metterci al primo piano gli uffici. Fino al 2008, quando la sede dell’azienda è stata trasferita in via Quarto di Sopra. Cosa farne allora di quello spazio enorme? Giulio Romagnoli, l’attuale proprietario, sembra convinto: «sarà uno spazio aperto all’arte e alla città».
L’idea c’era già, ma l’input è arrivato da Francesca Canfora, direttrice artistica di Paratissima, la fiera d’arte indipendente torinese che per il secondo anno si svolge anche a Bologna, dall’1 al 3 febbraio. «Francesca – ci racconta – conosceva gli affittuari del locale accanto, che hanno un bellissimo atelier di tessuti, e dopo che ci siamo incontrati è venuto tutto naturale. Avevamo già fatto partire il cantiere per la ristrutturazione, ma abbiamo deciso di interromperlo e utilizzare la fiera come banco di prova per poi ospitare altri eventi».
In un paio di mesi dovrebbero terminare i primi lavori ed entro l’estate anche la ristrutturazione degli uffici al piano superiore, poi sarà la volta di due ulteriori blocchi di 400 mq che potrebbero diventare un enorme giardino coperto.
«Abbiamo già ricevuto tante richieste, anche da parte di grosse aziende nell’ambito della creatività, ma l’idea è quella di mantenere quantomeno una parte degli spazi disponibili per chiunque volesse organizzare eventi culturali e, perché no, anche aziendali. Nel frattempo abbiamo registrato il dominio magazziniromagnoli.it e a brevissimo attiveremo una segreteria per chi avesse interesse a collaborare con noi».
«Quello che vorrei fortemente – continua – è far riemergere la storia di questo luogo. Questo era il Borgo La Fortuna, un luogo di passaggio della vecchia via Ferrarese, dove i viandanti sostavano rifocillandosi all’Osteria La Fortuna, che risale al 1500. Si dice addirittura che qui affianco ci fossero le stalle reali. Il mio sogno sarebbe recuperare quel nome e farne il nuovo Borgo Fortuna, e chissà che un giorno qualcuno non decida di riaprire l’Osteria».