Ad could not be loaded.

Dalla Città-Partito alla Necrocity: tutto iniziò con la cacciata di Beppe Maniglia

Scritto da Jenni Lopezza il 15 ottobre 2024

Gli albori della necrosi

Anni 70, inizio del declino della città-partito. Colpa dei boomer che ancora non sapevano di esserlo. I giovani rivoltosi infestano ovunque, hanno in mano l’intera narrazione della città. Il partito è impanicato. Terrore di perdere l’egemonia culturale, assenza totale di comprensione di questi selvaggi modi di comunicare e stare insieme. La tradizionale sponda fornita dalla cultura accademica è in pezzi. La teoria del complotto si ritorce contro i suoi promotori. Si estinguono tutte le organizzazioni giovanili del partito, non hanno capito un cazzo dei loro coetanei.
Inizia una lenta necrosi. Per salvare gli arti in cancrena non resta che amputare. Ma è troppo tardi, la città-partito è ormai un corpo monco che sopravvive con protesi fabbricate da ortopedici sovietici.
Fare finta che tutto è tornato sotto controllo sarà il mantra che per decenni lo status quo venderà a se stesso. Tutto quello che accadrà di bello e buono in seguito sarà la dimostrazione che è arrivata un’altra città che coincide zero con la città-partito.

Necrosi come necrologio

Idealizzare/commemorare/riesumare/ricordare/riproporre all’infinito/caricare di nostalgie i bei tempi che furono/collezionare morti e cantarne le gesta.
Necrosi = Città sarcofago dove il passato è in continuo restauro e ricatta il presente affinché non scordi mai che è figlio della cara estinta città-partito.

Stato attuale della necrosi

La necrosi ha vinto. Si misura dalla mancanza di ossigenazione del suo tessuto vitale, risultato di una cattiva manutenzione degli organismi sociali.
La necrosi è l’estensione del controllabile per soffocare l’incontrollabile.
Detta alla brutta, lisciare i consenzienti sgombrare i dissidenti.
L’era decadente della fobia per il controllo camuffata da falso pluralismo inclusivo.
È una sindrome egizia. L’effetto mummia sul tessuto vitale.

Necrosi come città menù

Tutti i luoghi debbono essere funzionali al turismo. Distruzione dell’accesso alla gioventù. Università trattata come fastidioso ostacolo alla gentrificazione. Abolizione sistematica di ogni luogo fatto da umani che se ne fregano di contrattare con l’elemosiniere di turno. Non più un luogo per viverci ma per farci un week end.
Una città biglietteria.

Sintesi di necrocity

Tutto ciò che la città-partito non riuscì a cooptare e irreggimentare oggi è stato sconfitto. Tutto ciò che è sfuggito al controllo e ha generato autonomia di pensiero e di vita è stato decimato. Viceversa ha vinto un “modello unico” nel quale fare convergere nel conformismo culturale e sociale quelli che vogliono vendersi ma nessuno vuole comprare. Un gulag soffice.

Esequie

Città salma infestata da vecchi benestanti incarogniti. Vagano i Millenials che non hanno vissuto il prima, sono rimasti fuori dalla trasformazione e fanno le spese del dopo. I Z nati in pieno big food sono cyborg disorientati che non hanno nessun orizzonte sul mondo passato e forse di quello odierno, ma rappresentano il primo montaggio inestricabile tra umani e devices, innesti di cose-persone. Casomai questi due attanti combinati saranno i prossimi guastatori della gentrificazione per soli residenti pregiati e i becchini festanti al funerale di chi non produce da decenni invenzione sociale, ma involuzione consociativa. Questo è il modello dominante che in mancanza di prove si autoproclama progressista. W Rino Gaetano, W Mick Jagger.