Chi frequenta il Caffè Rubik di via Marsala conosce anche la passione del proprietario Edoardo Schiazza per gli amari italiani. Qui se ne trovano di tutti i tipi, con un occhio di riguardo a quelli artigianali che ormai da molti anni vengono anche promossi attraverso degustazioni tematiche, video spot, fotografie e racconti fino ad arrivare alla prima Fiera degli Amari svoltasi nel 2019. È quella che Edoardo chiama l’Amaroteca, grazie alla quale oggi nasce la prima Associazione nazionale Amaro d’Italia.
«L’idea – spiega Schiazza – è nata partendo da una constatazione molto semplice: pur essendo un prodotto storico e artigianale italiano, l’amaro nel nostro Paese è ancora poco conosciuto e soprattutto valorizzato, al di fuori del grandi marchi».
Come prima mossa, l’associazione ha lanciato un Atlante interattivo degli amari italiani, che ha come scopo quello di far conoscere le tante piccole aziende e gli innumerevoli piccoli e medi produttori sparsi per tutto il territorio italiano che attraverso antiche ricette continuano a portare avanti la tradizione. Storie di casa nostra, come quella dell’amaro Zarri, distillato da Guido Fini Zarri nella sua villa di Castelmaggiore secondo ricette degli anni Cinquanta, di quando la Zarri si chiamava ancora Pilla, e aveva come prodotto di punta l’aperitivo Select. O come la linea degli amari Essenziali, prodotta al villaggio della Salute. Una rete che ha il suo epicentro proprio a Bologna e in particolare in via Marsala, dove diversi imprenditori, dal pub Marsalino all’Amaroteca, si stanno attivando per promuovere la cultura dell’amaro.