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Dalle ceneri dell’etichetta Yerevan Tapes, nasce a Bologna Lente Fantasma

Sabato 21 giugno il debutto con 12 ore di festa

Scritto da Salvatore Papa il 20 giugno 2025

Dai primissimi lavori dell’Italian Occult Psychedelia (Cannibal Movie, Heroin in Tahiti e Mai Mai Mai) al sound design di artisti come Massimo Carozzi, Riccardo La Foresta o Presente; dai suoni astratti di Evitceles o quella più tribale di KӣR al field recording nipponico di Sugai Ken e le atmosfere ultraterrene di Abadir: con quasi 40 uscite nell’arco degli anni 10 l’etichetta di elettronica sperimentale Yerevan Tapes ha esplorato i territori più disconnessi dell’ambient music nazionale e internazionale. Curata da Silvia Guescini (già curatrice di Ombre Lunghe insieme a Domenico Di Maio), 5 anni dopo la sospensione delle attività, l’etichetta torna in una nuova veste espansa prendendo il nome di Lente Fantasma.

«Lente Fantasma – racconta Silvia – è un più ampio dispositivo di ricerca e prima ancora che etichetta è un campo d’interesse personale, una modalità di procedere e uno spazio di confronto e cura.»

Emblematica di questo nuovo percorso è la sua prima uscita, il lavoro collaborativo di Omar Cheikh e Arkangelo.

«Oltre a essere due spiriti affini, a cui ho chiesto con cieca fiducia di curare l’identità visiva del progetto – spiega – Arkangelo e Omar Cheikh rappresentano in pieno la dimensione collaborativa che con Lente Fantasma mi interessa approfondire, la produzione che avviene per reti di scambio, il lavoro sulla sintesi e dentro al processo – che è poi pensiero sistemico 101, dell’uno+uno che fa molto più di due. A questo si aggiunge naturalmente la qualità artistica del lavoro, un delicato balance fra lo spoken word di Arkangelo – perfetta sintesi della sua ricerca su linguaggio/lingue e sulla lettera come medium artistico – e le manipolazioni dei field recordings di Omar che disegnano un ambient dal sapore quasi rituale, emotivamente denso, che sa guardare ai prime movers a cavallo fra naturistic-folk e industrial (Nocturnal Emission, Coil di fine 90, Nový Svět,…) riportati in questo quarto di secolo a suon di dissonanze glitchate e bassi saturi.»

Per l’occasione, sabato 21 giugno dalle h 17.30 Lente Fantasma debutta in città con diversi live, dj set ed espositori per 12 ore di festa tra le sale di Ateliersi e il suo cortile in via San Vitale.

Apre il gate Presente seguito dalle selezioni astrali di undicesimacasa curate rispettivamente da emadame e Carolina Martines. Superato il tramonto Giovanni Lami presenta Eikon, un lavoro a cavallo fra ambient destrutturata e video game music di fresca stampa per Kohlhaas, presente a sua volta da Trento con le ultime uscite. È poi il momento della performance di Omar Cheikh & Arkangelo, seguita da Pleading Fern, che da Milano, oltre che una curata selezione di nastri e vinili a firma Box Of Tangerine, porta il suo set fra allucinazioni illbient, breakbeat e jungle, perfetto traghettamento al dancefloor più notturno. E quindi, DJ Laguna da Gleba2000 serve i bassi più liquidi della città, lasciando poi il booth a Aural Stream (aka Coeden+Wavefold) per deragliamenti downtempo fino alla chiusura con i bassi catartici e noisy break del parigino basato ad Atene Nicol Bolas.

E poi ancora nel verde del cortile insieme a Box of Tangerine e Kohlhaas i banchetti di Fusi.50, angelcor3, punto.0, Camilla Dubhe, bp.martino, Titivil, Enter Press, Alitra, Manticora, distro fantasma, IDJTFAY, Leonardo Lomurno, kimba toothgems, Ginkgo Magazine e Cage Edit.

«Di base – conclude Silvia – Lente Fantasma è davvero una ricerca personale che si allena nel collettivo, che parte da quello che è un percorso di studi, interessi, esperienze e li mette in relazione con altre persone/realtà attraverso il medium più sensato per lo scambio del momento (la pubblicazione di un nastro, un evento notturno, un suq di produzioni indipendenti, la costruzione laboratoriale di una scenografia, un incontro…). In questo senso non parlerei di format, non c’è una struttura definita o una cadenza temporale. Anche l’evento in sé, la produzione, non è in questo contesto l’oggetto finale di interesse. In fondo l’evento, qualsiasi tipo di evento, è la perturbazione che esplode nel (e grazie al) campo delle relazioni, uno stato temporaneo di contrazione e condensazione, un fermo immagine di un processo. Dalla prospettiva di Lente Fantasma penso sia più interessante guardare a questo brulichio di scambi, e per questo, più che un format, direi che è più uno spazio laboratoriale che nel suo svolgersi definisce il medium.»