Partendo dal presupposto che anche la cultura, l’arte e la socialità siano bisogni primari, in assenza dei quali aumenta il rischio di emarginazione, è nato qualche mese fa A propria misura, progetto creato in collaborazione tra Hamelin e Piazza Grande per creare un racconto corale sui portici di Bologna. Al centro la volontà di far diventare il disegno una pratica di comunità e incontro e un’opportunità per unire l’intervento sociale a quello culturale.
A propria misura è partito a novembre scorso, nello spazio di via Petroni della Fondazione Rusconi, con un workshop guidato dal disegnatore Miguel Angel Valdivia che ha visto la partecipazione di un gruppo composto da studenti e studentesse del Corso di Fumetto e Illustrazione dell’Accademia di Belle Arti, persone che collaborano alla redazione della rivista “Piazza Grande” o inserite nei servizi di contrasto alla grande emarginazione adulta (GEA), e tre voci emergenti del fumetto italiano (Martina Sarritzu, Dario Sostegni e Roberta Scomparsa).
Il risultato sono 15 storie a fumetti raccolte in un libro di 96 pagine che guarda ai portici come uno spazio collettivo e di confine, un elemento quotidiano della vita dei e delle bolognesi e anche, purtroppo, una casa per chi non una casa non ce l’ha.
Le tavole originali delle storie saranno esposte in una mostra che inaugura martedì 17 gennaio alle 18:30 (aperta fino al 30 gennaio) presso le Scuderie di Biblioteca Salaborsa, mentre il libro A propria misura è disponibile presso il Mercato di Piazza Grande (via Stalingrado 97/2) e La Leonarda (via S. Leonardo 2/a), su offerta libera – a partire da 5 euro – che sarà devoluta a Piazza Grande.
I 15 racconti riflettono la varietà del gruppo che li ha disegnati: sotto i portici di A propria misura si muovono amici di ritorno da un appuntamento andato male, un rider dal volto di lumaca che sogna di volare, una coppia che si intrattiene su un divano in attesa del ritiro rifiuti ingombranti…Ma i portici si possono raccontare anche da prospettive inedite, per esempio a partire dai rumori che li riempiono, dal punto di vista di piccioni, zanzare, creature fantastiche che si mostrano solo di notte quando la città si svuota, o magari di una colonna, spettatrice di litigi, incontri e piccoli drammi quotidiani. Ogni racconto illustra un modo diverso di abitare i portici, non con l’intenzione di fare fumetto d’inchiesta ma di concentrare lo sguardo su un luogo per cogliere tutte le identità e le esperienze che può contenere.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Accademia di Belle Arti e Settore Biblioteche e Welfare Culturale, con il contributo del Comune di Bologna, e chiude la rassegna di Hamelin Ad occhi aperti inaugurata a novembre.