Ad could not be loaded.

Guida sonora a Varvara 2017

GAMBO, L'IDEATORE E IL DIRETTORE ARTISTICO DEI VARVARA CI RACCONTA LE SCELTE MUSICALI DI QUEST'ANNO DEL SUO FESTIVAL. UNA PERFETTA GUIDA NEL MONDO SONORO PIÙ SOMMERSO CHE POTETE TROVARE IN CIRCOLAZIONE

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 8 agosto 2017
Aggiornato il 12 settembre 2017

Chi meglio di Gambo poteva provare a tirare le fila della musica che ascolteremo a Varvara? Si andrà dal del sano rumorismo all’almbient sofisticata (e soporifera), passando per della techno metallurgica ma emozionante. Così ci siamo fatti raccontare gli artisti che si esibiranno al suo festival a fine agosto. Ecco quello che ci ha mandato dopo un week end passato al Berghain, evidentemente era particolarmente ispirato. E noi lo ringraziamo enormemente.

 

Giorno uno – Nel Fango


Forse la vera anima di Varvara, quella sotterranea, sporca, silenziosa, pronta ad esplodere nel rumore più dirompente senza alcun preavviso. Sono i suoni più viscerali, potenti e scuri. Ci rotoliamo tra le forme sonore, sporchi di fango ne godiamo come maiali.

Justin Broadrick as JK Flesh.
Ho conosciuto il “ragazzo” attraverso il suo progetto “Final”. È stato amore al primo orecchio, poi ho scoperto chi era, cosa aveva fatto e soprattutto quello che stava ancora facendo… Godflesh, Jesu, JK Flesh. Uomo poliedrieco, artista tout-court. Un dovere e un onore inserirlo come primo nella lista degli artisti del festival.

 
Brighter Death Now
Roger Karmanik è il fondatore di una delle label più controverse che l’Europa abbia mai avuto: Cold Meat Industry. Temi scomodi, tasti dolenti. Una massa uniforme di onde sonore travolgenti e distorte accompagnate dai deliri vocali e dalle urla di Roger. Per Varvara si esibirà insieme a Peter Anderson meglio conosciuto come Lina Baby Doll, ovvero Deutsch Nepal. Disagio garantito.

 
Parrish Smith
È una delle rivelazioni più interessanti della scena industrial techno moderna. Classe 1990 ma suoni penetranti e potenti, come se uscissero da amplificatori a valvole impolverati con il cono rotto di qualche studio improvvisato in uno squat della Berlino Est. Ha già segnato alcune delle label più importanti del momento oltre ad aver firmato il remix dell’EP dei Ramleh uscito su Il Silenzio Del Rumore (l’etichetta di Varvara Festival).

 
Black Seed
Amico e produttore di classe, poche cose ma ben fatte, curate e ricercate. La perfezione ha gli occhiali e si veste di nero. Dalla scuderia DTLS SND, già amici di Varvara, quasi un obbligo ospitare i loro suoni in ogni edizione del festival. Support your local underground scene. Anche lui tra i remixer dell’EP dei Ramleh su ISDR.

 
Omega Machine
Attacchi alieni ed esplosioni nucleari, nessuno sarà risparmiato. Il nuovo duo industrial-metal, forti del loro primo album uscito su Sub Sound tra batterie elettroniche, linee di basso e chitarre distorte. Ad accompagnare il loro set visioni post atomiche proiettate a ritmo epilettico. La fine della razza umana.

 

Giorno due – Le Perle


La sezione del festival dedicata all’elettronica più ricercata, dotata di intelligenza artificiale, fatta di ritmi a tratti spezzati e suoni avveniristici talmente avanti che piegando lo spazio-tempo suonano sci-fi . Musica che luccica, preziosa, noi non ce ne accorgiamo, mangiamo tutto, l’importante è avere la pancia piena.

Shed
Sintetico, minimale, tirato. Pochi producer possono permettersi di firmare album tra generi diversi tra loro come la dub techno, i suoni anni 90 dei warehouse party e la IDM più ricercata. Head High, Wax, WK7, The Traveller, vari i suoi pseudonimi, ma unica è la garanzia della sua musica. Un’istituzione. Presenterà il suo nuovo album “The Final Experiment” appena uscito su Monkeytown.

 
A Made Up Sound
Anche conosciuto come 2562, artista delle label olandesi più prolifiche come Delsin e Clone spazia tra ritmi spezzati e techno dritta. Classe e ricerca, mai scontato, i suoi dischi sono nelle borse (e chiavette) di tutti i dj, mettere un suo pezzo fa sempre bella figura.

 
DBridge
Il ponte, la connessione tra la bass music e la techno, il filo che collega mondi differenti ma affini. Uno dei nomi più acclamati del festival, per i fan della drum’n’bass così come i fan della cassa dritta. Fondatore della Exit Records tra giungle urbane e capannoni dismessi.

 
Max Cooper
Si dice che sia uno degli show audio/video più interessanti del momento. IDM, suoni centellinati al minimo indispensabile, immagini autogeneranti, intelligenza artificiale e sintesi elettronica. Onirico. Presenterà il suo nuovo progetto “Emergence”.

 
 

Giorno tre – Le Ali


Alterazioni genetiche hanno portato i maiali a dotarsi di ali, i maiali volano, così come con i Pink Floyd così come con Rocco e Antonia. Una pista di lancio a 4/4, musica sparata a mille, le immagini si fanno sfocate, stiamo decollando.

Karenn
Il duo inglese formato da Blawan e Pariah, due fra i nomi che hanno maggiormente segnato la nuova scena techno UK degli ultimi anni. La loro collaborazione ha dato vita al progetto Karenn, live set analogico tra moduli, drum machines e sintetizzatori. Senza compromessi.

 
Terence Fixmer
Finalmente arriva a Torino. Sono più di 15 anni che i ballerini sabaudi ascoltano le tracce del produttore francese. Lo ricordiamo dai suoi primi pezzi usciti su International Deejay Gigolo. EBM, elektro, techno, il tutto fuso in un amalgama sensuale e profondo.

 
Mono Junk
Un’altra pietra fondamentale per lo sviluppo della techno dei primi anni 90. Se a Detroit c’erano i tre di Belleville, se nell’Europa centrale si ballava con Emmanuel Top e i suoni della Warp e della R&S, un certo Kimmo Rapatti si occupava invece di movimentare i rave party Finlandesi. Fondatore della DUM Records, suoni scuri, sperimentali e ipnotici.

 
Boston 168
Acid Techno. Forse i producers torinesi più apprezzati all’estero. Stanno mietendo vittime ovunque loro vadano, da Tokyo al Berghain di Berlino (io c’ero). Un live a quattro mani sorretto da linee acide che fuoriescono dalle macchine analogiche, il ritmo della 909 scandisce il tempo. Torino è casa loro e noi li accogliamo a braccia aperte.

 

Grazie Ale Gambo per averci raccontato i suoni di Varvara.
Ora sapere cosa non aspettarvi dal festvial e ci vediamo sotto cassa.