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I 20 anni di Gender Bender

Scritto da La Redazione il 24 giugno 2022

1700 appuntamenti per 245 spazi cittadini. Sono i numeri che Gender Bender, il festival più rappresentativo del Cassero, ha accumulato in 20 anni, andando avanti anche durante la pandemia. L’anniversario del 2022 fa il paio con i 40 anni dei circolo della Salara per una grande festa che culminerà dal 9 al 22 settembre non più solo nel Giardino del Cavaticcio (com’è stato negli ultimi due anni), ma tornando a invadere anche altri spazi tra teatri e cinema della città.

Al suo debutto, nel novembre del 2003, Gender Bender si presentava come “un festival che intercetta e decifra le evoluzioni sorprendentemente rapide, con cui mutano gli immaginari legati al genere sessuale”. Il fenomeno che Gender Bender voleva osservare era già evidente nella cultura pop: le dive iperfemminili, ma caratterialmente mascoline, del cinema noir americano, i baci lesbici di Madonna agli Mtv music Awards, lo slittamento identitario di Marilyn Manson, l’apparizione di mamme transessuali nella serie tv americana Friends, la satira sugli stereotipi su omosessuali ed eterosessuali nelle puntate dei Simpson, Lara Croft e le eroine del videogame, gli scombinamenti butch/femme nelle pubblicità delle auto e le trans pelose in quelle dei cereali della prima colazione.

«È interessante osservare – ha dichiarato Daniele Del Pozzo, direttore del festival insieme a Mauro Meneghelli – come temi e proposte di vent’anni fa suscitino oggi reazioni diverse. Questo ci dimostra che l’agire culturale può operare nel tempo una trasformazione sociale. È per questo che Gender Bender non è solo un festival, ma un laboratorio per gli immaginari del contemporaneo. Ed è anche una casa per quegli artisti che qui possono mettersi in dialogo con la comunità. Tutto questo ha permesso di trasformare positivamente la percezione della città come una città aperta e progressista».

L’edizione 2022 è rappresentata da una carta bianca con l’invito a tutte e tutti di riempirla con una foto ricordo, un omaggio, una visione, un sogno. Queste immagini andranno a caratterizzare i luoghi del festival e si possono già inviare alla mail cartabianca@genderbender.it.

Tra gli ospiti confermati, torna il coreografo belga Jan Martens con la prima nazionale di Elisabeth gets her way un poliedrico ritratto danzato della clavicembalista polacca Elisabeth Chojnacka. 

Altra prima nazionale per il coreografo israeliano Michael Getman, che presenta AM I un solo creato appositamente per la straordinaria performer cinquantaquattrenne Talia Paz, che porta in scena le trasformazioni dell’età che avanza. 

Prima volta al festival, invece, per la coreografa francese di origini malgasce Soa Ratsifandrihana con il suo Groove, spettacolo in cui l’energia evocativa della musica guida i movimenti della performer in un solo capace di generare senso di condivisione e prossimità tra artista e pubblico.

Per quanto riguarda la sezione Cinema, già confermata la proiezione del film Stop Zemlia, opera prima della regista ucraina Kateryna Gornostai, insignita dell’orso di cristallo alla Berlinale: le gioie e le inquietudini di un gruppo di adolescenti attraverso lo sguardo della studentessa anticonformista Masha e del suo gruppo di amici.

A settembre il resto del programma.