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I NO dei lavorator* dello spettacolo sulle bacheche di Bologna

Scritto da Salvatore Papa il 3 ottobre 2020

Foto di Michele Lapini

Una serie di immagini che sottolineano vari “NO” contro dinamiche che non siamo più dispost* ad accettare. Dei “NO” affermativi, che sottolineano una presa di coscienza della realtà in cui viviamo, usando la performatività del linguaggio. Dai canali social allo spazio urbano questi “NO” amplificano un principio di base: “NOn siamo tutt_ sulla stessa barca”, non abbiamo necessità e posizioni uniformi pur abitando lo stesso spazio.”

È la riflessione sul sistema dell’arte sviluppata dal Campo Innocente, un raggruppamento di artist*, ricercat*, lavorator* dell’arte dal vivo che pongono l’attenzione sulle questioni della violenza, dell’abilismo, del sessismo, del colonialismo e della precarietà che ancora sopravvivono nel mondo dell’arte.

Come evitiamo di essere complici e di alimentare un sistema che è tutto basato sul lavoro gratuito e/o sottopagato (tirocinio, servizio civile, volontariato)? Come facciamo a contrastare questo sistema quando le dinamiche che esso mette in atto condizionano perfino le realtà che ci sono care e alle quali ci sentiamo affini?

Da queste e altre domande è nato COME STIAMO | Kit di pronta emergenza da portare con sé in caso di improvvisa ripartenza del sistema arte e spettacolo in era post-pandemica che oggi arriva sotto forma di manifesto nelle strade di Bologna grazie all’affissione di CHEAP.