Dopo l’allestimento al Centre Pompidou di Parigi all’interno dell’evento Alice Rohrwacher, Rêver entre les mondes, arriva in prima italiana a Bologna il Bar Luna di Alice Rohrwacher e Muta Imago, allestito nella Galleria del Cinema Modernissimo.
L’esposizione, aperta dal 18 giugno al 4 agosto, prende il nome dal bar del film La Chimera, ultimo grande successo della Rohrwacher, ispirandosi al suo immaginario cinematografico, con un accento particolare su alcune delle questioni che attraversano La Chimera stessa: cosa facciamo del nostro passato? Quali sono le nostre radici?
La mostra inizia da una vecchia cucina: «Abbiamo deciso – spiega la regista – di partire da qualcosa di molto quotidiano e normale per vedere quanta possibilità di fuga c’è anche nella quotidianità. E, quindi, dalla cucina e dalla dispensa come luogo di riferimento per nutrire il corpo, ma anche per la mente. Qui i due nutrimenti si intrecciano e ci sono sia le conserve di casa, ma anche le fotografie, la memoria, i paesaggi che hanno ispirato i film dove abbiamo lavorato. Si possono vedere i provini di quelli che sono poi diventati i protagonisti del film e le tracce dei bozzetti».
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Varcata la soglia della normalità, ci si trova poi nel mezzo di un cielo stellato, al centro del quale si staglia il ricordo di un vecchio bar di periferia, il Bar Luna, un luogo di condivisione che sarà anche abitato da alcuni performer in diversi momenti della giornata: «Dalla normalità del quotidiano entriamo nel sovramondo. Il sovramondo è il corpo celeste, la terra. Il mio primo film è, infatti, ispirato all’omonimo libro di Anna Maria Ortese (Corpo Celeste, ndr) che qui tutti potranno leggere. La scrittrice racconta la sua meraviglia nel rendersi conto che non bisogna andare nello spazio per conoscere i pianeti perché uno lo abitiamo già. Ci siamo detti: se questo bar fosse sulla luna cosa vedremmo? Se questo bar galleggiasse nel cielo, avremmo la possibilità di vedere tra tutte le stelle un pianeta con una luce molto speciale, ovvero la Terra.»
Da lì si accede a un cinema per bambini e bambine, con piccole sedie e un piccolo schermo viene recitato il racconto di Orfeo ed Euridice : «L’abbiamo fatto così – continua Rohrwacher – perché credo per guardare i film dobbiamo assumere la postura del bambino, la postura di chi non cerca una cosa che già sa, ma che è pronto all’incontro, all’ascolto».
In questo percorso tra tra l’aldiquà e l’aldilà si passa, infine, in una stanza con una sorta di “film senza immagini”, dove distesi sopra due amache si potranno ascoltare alcuni suoni perduti e proiettare nella mente le immagini di un viaggio che è quello di Orfeo.
Dal 18 al 30 giugno, Bar Luna e Bologna fotografata saranno aperte gratuitamente a tutti i visitatori, in occasione del festival Il Cinema Ritrovato. Le mostre rimarranno poi aperte, con biglietto unico a € 15, fino al 4 agosto.