Sarà l’ultima edizione di Silvia Bottiroli. La direttrice artistica lascia con un anno di anticipo per “andare incontro ad altri luoghi, altre domande, altre dimensioni di lavoro”. Lascia un festival certamente diverso da come l’aveva preso, molto più contemporaneo e capace di dare spazio all’imprevedibile, oltre che affrontarlo. Difficile dimenticare, ad esempio, la sua bellissima lettera di risposta agli attacchi contro la rappresentazione di (untitled) (2000) di Tino Sehgal dello scorso anno, una tra le tante dimostrazioni di “un festival dal profilo chiaro, […] di un festival che è anche un’idea di festival”.
La 46esima edizione è dedicata in gran parte al buio evocato spesso come “momento che prelude a un giorno davvero nuovo” (che sia anche una scelta simbolica?). Un “viaggio al termine della notte” che si svilupperà in tanti luoghi – una grotta ipogea, un campo da basket, una fabbrica abbandonata da poco, la riva del fiume, il tetto di un cinema, ecc. – e ruota principalmente attorno a due nuovi lavori: quello di Philippe Quesne, La Nuit des Taupes/Welcome to Caveland, dove uomini-talpa rivisitano il mito della caverna, e Natten di Mårten Spångberg, una performance danzata di 7 e più ore non-stop che chiuderà il festival all’alba.
La notte intesa come esperienza performativa scivolerà talvolta in una dimensione musicale e di “scatenamento da ballo” tra concerti veri e propri (The Soft Moon, Hugo Race, Ninos Du Brasil) e un “dopofestival mobile” curato da diversi artisti. Tra questi lo svedese Markus Ohrn che oltre ad accompagnare il concerto metal delle Azdora (la band formata da vere e proprie azdore romagnole) in un luogo segreto, parteciperà insieme ai Motus a Crude, progetto speciale per lo stesso “dopofestival mobile” a Villa Torlonia.
Notte che è anche quella della musica trance indagata dal lavoro di Luigi De Angelis (fondatore e regista della compagnia Fanny & Alexander) a cui è stata affidata l’inaugurazione di venerdì 8 luglio allo Sfersterio con l’accensione delle forme di fuoco di Lumen; o quella del clubbing contemporaneo di Michele Rizzo che con le coreografie di Higher ha realizzato un omaggio al potere catartico della danza come forma di celebrazione dell’esistenza.
E, ancora, segnaliamo: il nuovo lavoro dell’iraniano Reza Koohestani, Hearing; le donne-corvo della marocchina Bouchra Ouizguen, Corbeaux; l’anteprima di Prelude di Cristina Rizzo; il nuovo episodio (dopo quello di Live Arts Week a Bologna) de L’Invincibile di Zapruderfilmmakersgrouop, con un palo della cuccagna in Piazza Ganganelli ed “eroi mitologici che si affronteranno per la conquista del Monte Olimpo”; il ritorno del Fondo Speculativo di Provvidenza di Luigi Coppola e Christophe Mieirhans, raccolta fondi condivisa e discussa pubblicamente in piazza.
Tutto il programma e le info su http://santarcangelofestival.com/sa16/