La Barca è il quartiere in cui siamo cresciuti. Nella palestra della Ginnastica Artistica Barca ci siamo incontrati per la prima volta. Il nostro è un quartiere della più lontana periferia di Bologna, al confine del Comune tracciato dal passaggio del fiume Reno. Fino al primo dopoguerra è stata una zona di campi e ville in campagna delle famiglie ricche che abitavano in centro. Poi, con l’immigrazione, è diventato un quartiere popolare e per decenni è stato considerato malfamato e pericoloso. Ma questa non è la nostra Barca. Per noi è la periferia da cui ci siamo allontanati ma che ci portiamo addosso quando siamo in centro a Bologna, a Milano, a Parigi – le città in cui viviamo in questo momento. La Barca per noi è la palestra delle scuole Morandi in cui ci siamo conosciuti, la ciclabile che porta in centro, la saletta in cui abbiamo iniziato a suonare, una gelateria e un parco. È il senso di periferia che non ci abbandona e che da un lato ci fa sentire mediocri e immeritevoli dei nostri successi perché noi, come la nostra Barca, non siamo niente di speciale. Dall’altro, però, è la periferia che ci ha insegnato la semplicità, perché casa nostra è una cena con i bicchieri della Nutella e una sola forchetta, e che ci ha lasciato una sanissima incazzatura verso il mondo.
Adesso, con all’aiuto di Matteo Fogacci – che ringraziamo – vi facciamo fare un giretto per il nostro quartiere. Nella prima foto vedrete Robbi nel piazzale di fronte alla nostra palestra. Lì passavamo le ore dopo gli allenamenti e lì ci incontravamo prima di partire per le gare fuori Bologna. Nella seconda, Robbi al Treno, una casa popolare degli anni ‘60 famosa perché è alta solo tre piani e lunga più di 600 metri. È la strada in cui si impara a guidare la macchina e fare le impennate, dove i negozi sono praticamente solo alimentari, kebabbari amichevoli e bar in cui ogni tanto qualcuno tira fuori un coltello. L’ultima foto è ambientata alla Balena, un sottopassaggio a fianco alle scuole medie di quartiere. Lì abbiamo fatto le prime (e ultime) tag e ci siamo nascosti per fumare.
Il Generatore di Tensione sono due ragazzi nati a Bologna che hanno appena superato i vent’anni e da qualche mese vivono a Milano. Nelle loro canzoni fondono le melodie del cantautorato, la schiettezza dell’indie e un rap che guarda alla poesia orale. Da artisti di strada a Bologna – dove “non si perde neanche un bambino” – hanno trovato il loro primo pubblico. Nel 2018, in un concerto al Bravo Caffè, hanno incontrato Pressing Line, storica etichetta di Lucio Dalla, con cui hanno collaborato per due anni. Il Generatore di Tensione canta dei propri vent’anni di precarietà e silenzi, semestri all’estero e carezze. Canta di cosa significa crescere, diventare adulti, innamorarsi, scegliere di essere artisti. Il loro ultimo singolo si chiama Deglutire.