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La città proibita

Enjoy the fish, respect the city: viaggio tra i divieti di una città che prova a nuotare e sfida le maree

Scritto da Redazione Venezia il 10 maggio 2019
Aggiornato il 27 maggio 2020

Due turiste vicentine multate dalla polizia locale.

L’avete mai tenuto in mano un pesce? È scivoloso, umido, squamoso, un po’ flaccido. Fatto apposta per l’acqua. È vivace: potrebbe sgusciarvi dalle mani, perso per sempre. Se non state attenti qualche pinna potrebbe pungervi a tradimento, magari è pure velenosa. Bisogna saperci fare. Per Venezia è la stessa cosa. “Venezia è un pesce” (cit). Ce ne accorciamo guardando la sua silhouette dall’alto. Venezia nuota davvero: a volte lo fa con eleganza, nelle acque perigliose della contemporaneità, altre volte con affanno, inseguita dai predatori famelici. Delicata, gustosissima, insidiosa. Insomma, anche qui, tra calli e campielli, bisogna saperci fare. Volete due dritte? Le regole non ci piacciono granché, ma con questa creatura ibrida bisogna almeno conoscerle. Il 16 maggio scorso il consiglio comunale di Venezia ha approvato un nuovo regolamento di polizia urbana che integra molte delle norme elaborate negli anni introducendo tra l’altro anche la nuova pena del “Daspo urbano”. Sperando che non arriviate a tanto abbiamo raccolto quelle imprescindibili, le più assurde, le meno conosciute: il tutto, tra uno spritz e una seppiolina, per garantirvi un piacevole soggiorno nella nostra città (voce metallica).

Vi piace il brivido? Cercatelo alla biennale, o in qualche museo, perché i ponti non sono trampolini di lancio. Gli unici voli autorizzati sono quelli dell’Angelo per il Carnevale. Tuffo acrobatico in Canal Grande: sanzione 450 euro. Anche se siete solo alla ricerca di refrigerio sappiate che è sempre «proibito tuffarsi, nuotare o bagnarsi in ogni specchio acqueo». Art. 34 del Regolamento di Polizia Urbana.
Vi affanna il caldo? Avete passato l’inverno in palestra e volete sfoggiare bicipiti, pettorali, addominali scolpiti? Scegliete una spiaggia, non una città d’arte. Sanzione 250 euro. «È proibito circolare per le vie cittadine, sostare e viaggiare sui mezzi pubblici o privati in tenuta balneare o a torso nudo». Art. 30 di Regolamento di Polizia Urbana.

Leggero languorino? Attenzione. Perché a parte gli insulti di qualche local un po’ burbero, se siete nel posto sbagliato (tipo a San Marco) lo spuntino vi potrebbe costare caro: 200 euro per la precisione. «È vietato consumare alimenti e bevande seduti al suolo nei luoghi pubblici o aperti al pubblico passaggio». Art. 32 del Regolamento di Polizia Urbana

Lucchetti sul ponte per sigillare un giovane amore? 100 euro, Art. 36.

Siete stanchi? Volete distendervi? Avete casualmente una canadese nello zaino e volete campeggiare? Niet. È proibito bivaccare, sdraiarsi sulle panchine, sostare anche occasionalmente con attrezzature da campeggio in tutta la Città di Venezia. Sanzione 50 euro. Art. 33. Volete la foto in piazza san Marco circondati da una nuvola di colombi? Bhè dai, è una roba così anni ‘80 che già così. Ma soprattutto attenzione: sanzione da 50 a 200 euro. Art. 24 del Regolamento Comunale di Igiene Urbana Veterinaria e sul Benessere degli Animali.

Dovete traslocare? Anche i carretti per il trasporto delle cose sono regolamentati qui: art. 42. Circolazione dei carretti a mano: «possono avere una larghezza massima cm. 80 compreso l’asse. Essi devono essere muniti di ruote di gomma». Sanzione 250 euro.

Amate gli animali? Fare al cagnolino una toelettatura in diretta costa una multa da 250 euro (art. 64), lasciare vagare o abbandonare ogni specie di animale: 150 euro.

Improvviso romanticismo bucolico? Sul sito di Zero Venezia è presente una ricca guida ai giardini della città, pubblici e privati. Visitateli, ma comportatevi come si deve. L’ art. 37 bastona anche qui: guardare e non toccare. «entrare negli spazi erbosi, cogliere fiori, manomettere piante o danneggiarle»: 150 euro. «Calpestare o sedersi sulle aiuole, negli spazi erbosi dei parchi e giardini pubblici». 100 euro. «Arrampicarsi sugli alberi, sui pali, sulle inferriate, sugli edifici, sui monumenti» 200 euro.

Appassionati delle due ruote? Nel centro storico di Venezia e vietata la circolazione dei velocipedi anche se condotti a mano. Sanzione 100 euro, art. 40. Se con la vostra bici da ciclismo vintage speravate di rievocare in strada nuova l’epico ciottolato della Parigi-Roubaix niente da fare.

Voglia di musica? A meno che non siate tra i selezionatissimi invitati di qualche party privato, per la notte meglio dirigersi verso la terraferma. Art. 66 in sintesi: dove si «evidenzino assembramenti di persone che consumino bevande in misura e forma tali da compromettere la qualità della vita ed il riposo delle persone residenti potranno essere imposte limitazioni agli orari di apertura» ai relativi locali. Avviene, regolarmente, con tutti i nostri posti preferiti. In più «Potranno inoltre essere imposti divieti di porre in essere qualsiasi forma di spettacolo e di intrattenimento musicale». Se si disturba con l’hifi di casa o, ad esempio, se girate per Venezia con un soundsystem: sanzione 400 euro.

Bisognino improvviso? Meglio in un bar. Città patrimonio Unesco, monumento a cielo aperto: «È vietato espletare i propri bisogni fisiologici nei luoghi pubblici o aperti al pubblico passaggio dei centri abitati». Sanzione 400 euro, art. 31.

Ci sono, ovviamente, divieti che riguardano anche i “local”: compreso l’accaparramento di clienti, funzione classica di una città turistica che a Venezia viene affidata al “batitor de piassa”: «È vietato ai titolari e a tutto il personale addetto, comunque denominato, dei caffè, dei ristoranti, degli alberghi e di ogni altra attività ricettiva, degli esercizi commerciali e di ogni altra struttura produttiva, invitare, con qualunque forma e mezzo, le persone che transitano davanti alle predette attività ad entrarvi». Eguale divieto è fatto ai gondolieri, sandolisti e conduttori di motoscafi. Art. 58.

Ci sono infine alcuni abitanti dell’isola che da tutti questi divieti sono esentati e non devono rispondere di alcuna violazione. Possono rapinare all’improvviso il turista mentre sta per addentare un panino, possono gettare i rifiuti per terra, possono anche violare i limiti del riposo notturni: sono i gabbiani, ma questa è un’altra storia.