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La foto ritrovate di Vivian Maier tornano a Bologna per una grande mostra

Scritto da La Redazione il 5 luglio 2023

Chi era Vivian Maier (1926-2009)? Neanche un documentario nominato all’Oscar (regia di John Maloof e Charlie Siskel) ha saputo risolvere il mistero di questa Mary Poppins con la macchina fotografica. C’è chi dice fosse cattivissima, chi gentile ed empatica. Un camaleonte che sapeva mimetizzarsi in ogni ambito della società, sempre pronta ad immortalare attimi e persone in immagini che nulla hanno da invidiare ai grandi della fotografia di strada. Migliaia di foto incredibili, molte delle quali mai sviluppate dalla Maier, custodite come tesori segreti per una vita intera. Qualcosa di impensabile nell’era della condivisione social selvaggia: è questo uno degli aspetti più conturbanti dell’opera della fotografa americana, uno spaccato intimo ma universale di buona parte del Novecento, scoperto per caso nel 2007 quando John Maloof, acquistò un box a un’asta contenente centinaia di negativi e rullini, tutti ancora da sviluppare. Dopo averne stampati alcuni ed averli mostrati in giro, Maloof si rese conto dell’immenso tesoro che aveva tra le mani e, grazie alla sua intuizione ed accurata divulgazione, portò in breve tempo questa fotografa sconosciuta a essere apprezzata e affermata a livello mondiale.

Dal 7 settembre 2023 al 28 gennaio 2024 i capolavori di Vivian Maier torneranno a Palazzo Pallavicini per la mostra Vivian Maier – Anthology.

111 fotografie in bianco e nero, più una sezione di 35 foto a colori, selezionate da Anne Morin di diChroma photography sulla base delle foto dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greendberg Gallery di New York. Novità assoluta a Bologna sarà la visione in Super 8 che permetterà di seguire lo sguardo di Vivian Maier, che iniziò a filmare scene di strada, eventi e luoghi già nel 1960. Maier filmava tutto ciò che la portava a un’immagine fotografica: osservava, si soffermava intuitivamente su un soggetto e poi lo seguiva. Ha ingrandito il bersaglio per avvicinarsi da lontano, concentrandosi su un atteggiamento o un dettaglio, come le gambe o le mani delle persone in mezzo alla folla. Il film è sia un documentario — un uomo arrestato dalla polizia o la distruzione causata da un tornado — sia un’opera contemplativa — lo strano corteo di pecore diretto ai mattatoi di Chicago.

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