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La mutazione necessaria di ROBOT Festival: oltre il clubbing, oltre i generi

quartiere Porto

Scritto da Joe Teufel il 11 giugno 2021

A pensarci bene sarà il primo festival di musica elettronica (e arti digitali) del post pandemia. Come sarà quindi stare seduti davanti ai set di Lorenzo Senni, Donato Dozzy, Khalab, Bruno Belissimo ecc. ecc.? La verità è che non lo sappiamo, ma abbiamo talmente tanta voglia di festival che, a dirla tutta, non ci interessa proprio. Seduti e con la mascherina, distanziati, senza la possibilità di ballare: va bene tutto! O c’è davvero qualcuno che preferirebbe uno streaming?

Dopo più di un anno di stop, evviva, si ricomincia. Conta solo questo. Tutto è cambiato, lo sappiamo, lo sa ROBOT (a DumBO dal 18 al 20 giugno) che ha, infatti, rimodellato la propria dodicesima edizione attorno alla nuova contingenza, provando a superare i confini (Borders è proprio il tema della nuova edizione) di regole che rendono tutto complicato, ma non impossibile. Confini che riguardano, ovviamente, anche la musica e gli ospiti del festival. Tutti italiani, ma con vocazione internazionale, a partire da Not Waving al secolo Alessio Natalizia, per il quale – come per tanti altri – le connotazioni geografiche non hanno più senso. Il suo disco How To Leave Your Body – che ha fatto “boom” – sarà presentato in anteprima nazionale come preview di ROBOT il 12 giugno sempre a DumBO.

Si parte molto bene, insomma.

Prima di dimenticarci la line up completa, eccola qui: Adiel / Andrea Tempo / Bruno Belissimo / Capofortuna / Carolaina Losa / Carolina Martines / Donato Dozzy + Neel + Filippo Scorcucchi / Edera / Eva Geist / Fera / Filibalou / Games with flames from Mutonia / Gianpace / Godblesscomputers / Harmograph / Katatonic Silentio / Khalab / Lorenzo Senni / Mai Mai Mai feat. Matt Bordin / NicoNote + Wang Inc. / Not Waving / Presente / Project-TO / Punctum (Caterina Barbieri + Carlo Maria) / RBT Soundsystem / Salò / Simona Faraone / Serena Dibiase / Steve Pepe / Tadleeh / Tamburi Neri / Umanesimo Artificiale / ZimmerFrei.

Il tema dei confini riguarda, come si può notare dai nomi, anche il superamento dei ‘generi’: dimostrazione è la vastissima presenza femminile nella line up e la stretta collaborazione con shesaid.so Italy, il network internazionale che lavora per sottolineare il ruolo centrale che le donne e le minoranze di genere hanno nell’industria musicale.

C’è poi la questione della rete: il festival è stato, infatti, stato costruito intersecando e valorizzando relazioni pluriennali, attraverso la richiesta agli artisti principali (Caterina Barbieri, Donato Dozzy e Lorenzo Senni) e non solo di estendere l’invito ad artisti che sentono affini per ispirazione. Il risultato è stato un cartellone che fotografa una scena di tutto rispetto, un cartellone contemporaneo, qualcosa di cui andar molto fieri. Dare meriti alla pandemia sarebbe paradossale, ma bisogna ammettere che tutto questo non sarebbe forse stato possibile senza.

E, siccome, appunto non sarà possibile ballare, la ‘mutazione’ necessaria prevede performance, concerti, ambienti, partiture da ascoltare. E due nuove sezioni: Arts con installazioni, spettacoli e screening (imperdibile la proiezione del doc Sisters With Transistors) e Learn con workshop e panel che approfondiranno i temi del festival. Si segnalano in particolare Arte e suono ai confini del contemporaneo con Marco Mancuso (critico e curatore, direttore del progetto Digicult), Francesco Bergamo (ricercatore e docente presso l’università IUAV di Venezia), Caterina Tomeo (storica dell’arte e critica), È ancora possibile costruire un evento in un’epoca di distanziamento e diffidenza? a cura di IAAD Bologna e le lezioni di Umanesimo Artificiale dedicata al live-coding.

Infine il ritorno della sezione RBT Kids, un programma di laboratori ed ascolti pensati per i più piccoli con letture, giochi di costruzione e dj set ad hoc.

Orari, programma completo e tickets su www.robotfestival.it