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La nuova facciata del Vag61 realizzata da Ericailcane e Bastardilla

'Un muro che non è un muro'

Scritto da Salvatore Papa il 24 luglio 2018

Il tipico felino di Ericailcane che con una zampata spezza un fascio littorio aiutato dai bambini travestiti dell’artista colombiana Bastardilla tra torce infuocate e un filo spinato accartocciato in basso su “un muro che non è un muro”, ma un punto d’incontro.
Così il Vag61 si presenta oggi alla città, ribadendo la sua posizione “in un quartiere che va difeso dal rischio di subire altro cemento e più consumo”. Il riferimento è al progetto di costruzione di un nuovo supermercato accanto all’area ex-Atc in via Libia contro il quale il centro sociale di via Paolo Fabbri conduce la battaglia insieme al Comitato Bologna Est Contro il Cemento e per l’Ossigeno (B.e.c.c.o.).

Un quartiere – si legge nel comunicato – in cui ogni strada porta con sè un morso di storia partigiana, da conservare ma soprattutto rinnovare. La presenza del nostro spazio libero autogestito in Cirenaica e a Bologna scrive una pagina in più. La facciata di Vag61 aveva molte cose da dire anche prima e lo ha sempre fatto, negli anni, ospitando man mano le opere di numeros* artist* a cui non possiamo che essere riconoscenti. Ma il tempo passa, le nostra mura avevano bisogno di rinnovarsi e il risultato è quello che si può ammirare passando per via Paolo Fabbri. La giusta carica, in tempi di buio e di aria rarefatta. Perchè un porto aperto è anche un porto che sa comunicare la propria posizione. Perché un muro chiude, divide, ma un muro può anche raccontare e farsi punto d’incontro, tendere una mano (o una zampa) e serrare i pugni. Resistere, lottare. Un muro che non è un muro“.

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