Quando Max Princigallo lo prese in gestione un po’ di anni fa, quel chiosco non aveva nessun interesse a farsi notare. Con i vecchi gestori se chiedevi una coca potevi ritrovarti per le mani una bustina, e dopo che furono arrestati solo un matto poteva immaginare di cambiare le cose lì attorno. Forse solo Max. Lo chiamò I gelati sono buoni – come la canzone degli Skiantos -, riportandolo ai suoi fasti liberty e abbellendolo con i disegni di Guido Volpi. E mentre il parco ricominciava ad avere un’altra vita, altre frequentazioni, la città ritrovava pian piano interesse per uno spazio pubblico che rischiava di diventare proprietà di pochi. Complici anche le rassegne estive e le attività di Arci e Antoniano Onlus nella Casa dei Colori e nello Spazio Verde polivalente, la Montagnola pur con tutti i suoi problemi è ritornata ad essere un bel posto. Eppure, nonostante la buona volontà, minacce, furti e atti vandalici hanno pian piano logorato l’energia e le tasche di Max, che per non prendersi un esaurimento ha deciso di vendere e passare il testimone. I matti stavolta sono molti di più: un gruppo di assidui frequentatori del chiosco e un cane, Frida, che ha dato il nuovo nome alla nuova società “Frida Project”. Dentro ci sono Anna Ferraro (direttrice artistica di Fruit), Gerardo Mastrullo (Focacceria Mediterranea), Chiara Affronte (ex giornalista dell’Unità), Emilio Re e Giovanni Prarolo (ingegneri), Alan D’Incà (vecchio socio Link) e Shakil Ahmed (ex dipendente di Max).
Frida entrerà a pieno regime durante la prossima primavera, ma ci sarà anche in questi mesi autunnali dalle 8 di mattina, fino alle 18.30 circa. In baracchina ci sono Anna e Shakil, a pranzo Gerardo porta le focacce e per la colazione le brioche arrivano dal bar Pallotti di via Irnerio.
«Per noi è una grande scommessa – ci dice Anna -, un vero progetto di cittadinanza attiva. Questo è ovviamente un periodo di rodaggio, perché è un mestiere nuovo per tutti noi. Il parco ha i suoi problemi e ne siamo coscienti, ma ha anche grandi potenzialità. Confidiamo nell’attenzione dell’amministrazione pubblica, anche perché attualmente lo spaccio non c’è, essendoci un presidio costante dell’esercito. L’idea è però quella di sviluppare prima di tutto un luogo di socialità, convinti che chiedere sicurezza coincida con accogliere, e direi che ci stiamo riuscendo. Le prime due feste sono state bellissime, con i dj già dal pomeriggio, la gente che fa quattro salti, i bambini che giocano e gli anziani seduti a prendere il caffè…un’atmosfera che a Bologna non mi era mai capitato di trovare. Con l’arrivo del freddo andremo ovviamente a calare, e probabilmente saremo costretti a chiudere in attesa della vera e propria apertura che sarà in primavera, quando metteremo in piedi una programmazione di eventi più corposa».
Non solo un’attività commerciale, quindi, ma anche eventi culturali e momenti di incontro aperti a tutti, qualcosa che ricorda vagamente i picnic party di Chicago. Il prossimo appuntamento col “clubbing pomeridiano” è per sabato prossimo (26 ottobre) e non mancherà la festa di Halloween. Perché i mostri non fanno più paura.