Romina Cabezas Navarrete è una ventenne di seconda generazione cresciuta tra le strade della Bolognina. Il suo sogno è fare pugilato a livello agonistico ed è per questo che passa gran parte delle sue giornate nella palestra della Bolognina Boxe, seguendo l’esempio di Pamela Malvina Noutcho Sawa, campionessa italiana ed europea dei pesi leggeri, cresciuta sportivamente negli stessi spazi. Ma improvvisamente tutto cambia e arriva una dura prova che la costringe ad una scelta.
La storia di Romina è raccontata nell’omonimo documentario realizzato da Valerio Lo Muzio e Michael Petrolini (quest’ultimo già autore di Rent Strike Bolognina).
Romina verrà presentato per la prima volta sul palco della ventesima edizione di Biografilm Festival, sabato 8 giugno 2024, alle 18:45 in Sala Mastroianni al Cinema Lumière (sold out) e domenica 9 giugno alle 16 al Cinema Arlecchino.
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Il film offre ritratto realistico della vita urbana, fatta di fragilità sociale e insicurezza. La vita di Romina ha, infatti, una svolta quando la madre Berta viene arrestata e improvvisamente si materializza l’ingiustizia del sistema carcerario con le assurdità della burocrazia giudiziaria e il futuro di una giovane ragazza che scivola nella più totale precarietà.
“Cresciamo con il mito che la realizzazione dei propri sogni sia alla portata di tutti – riflette Valerio Lo Muzio: basta impegnarsi, sudare e lottare con tutte le nostre forze e prima o poi raggiungeremo il nostro obiettivo. Credo invece che la realtà sia molto più complessa. Esiste una generazione alla quale non è concesso sognare, la loro vita è fatta di precarietà, di lavoretti sottopagati, di sfruttamento, di diritti calpestati e di affitti troppo cari, anche in quella che è stata definita ‘la città più progressista d’Italia’.”
“Abbiamo seguito Romina per quasi quattro anni – spiega Michael Petrolini – e in questi anni sono cresciuto con lei. E questo è stato possibile passando attraverso la realtà del pugilato e delle palestre popolari di cui ho scoperto valori e principi: l’inclusione, la socialità e il fare uno sport sano e non mercificato”.
Ambientata a Bologna, Romina potrebbe ripetersi identica in una qualsiasi metropoli occidentale, perché riflette una realtà universale: la precarietà della vita suburbana moderna.