Riscoprire i colori, i segni, i gesti, le parole e il loro potere evocativo. Grazie ai laboratori creativi promossi da Palazzo Grassi l’hashtag #Iorestoacasa potrebbe essere rimodulato in #Iononrestoconlemaninmano: dal 7 aprile fino a quando questo lockdown sarà finito, e oltre. Cose semplici, cose belle. Quello promosso dall’istituzione veneziana è un ciclo di atelier digitali realizzato in collaborazione con ospiti speciali, attivi nei diversi ambiti della creatività contemporanea, dal design alla scrittura, passando per la grafica e la performance.
Pronti, partenza via: l’illustratrice Olimpia Zagnoli propone il laboratorio “Libro viola incontra bottiglia verde”, che invita a riflettere su come un incontro causale tra due o più oggetti domestici possa suggerire una combinazione cromatica insolita. Eccone un esempio.
“Questa mattina stavo facendo una spremuta e mi è caduto l’occhio su un ovale marrone che risponde al nome di kiwi e un limone, neanche a dirlo, giallo limone. Il loro incontro casuale, sul fondo del cestino della frutta, mi ha fatto pensare ad un sapore perfettamente bilanciato con una piccola punta di stupore. Una donna distinta che vista da dietro sembra indossare un completo
distinto, ma quando si gira Zac! Ci colpisce con una piccola saetta”. Questo è solo il giorno 1 del lab di Olimpia Zagnoli, illustratrice di Reggio Emilia che ha collaborato con The New York Times, The New Yorker, La Repubblica, Prada, Taschen e tanti altri.
Dal 14 al 19 aprile, il designer Giulio Iacchetti propone il laboratorio intitolato “Timidi piccoli e fragili percorsi espositivi domestici”. La sfida è quella di imporsi come curatori di piccole mostre domestiche: microgesti e oggetti random, o quasi. Partiamo con un chicco di caffè, un tappo, un bottone, un tassello, una pasticca, un seme, un cannellone rigato, un pezzo di lego, una monetina…
Con il veneziano studio saòr sarà proposto il laboratorio di architettura illustrata dal titolo “Equilibri Astratti“: sarete chiamati a osservare le vostre attività quotidiane e il vostro habitat domestico per creare mappe e diagrammi. Infine le parole, scritte, pensate e mangiate: «Perché riflettere sul cibo è pensare al mondo» ci spiegherà Ryoko Sekiguchi. Il terzo laboratorio in programma, dal titolo “Perchè si mangia?” vi coinvolgerà con la scrittrice espressionista franco-giapponese, attiva sul fronte sinestetico del gusto e delle percezioni. Partecipate, partecipate! Anche la percezione di questa quarantena è destinata a cambiare e tutto, ma proprio tutto, parte da questo link.