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Le anticipazioni su Art City 2022. Il grande ospite è Tino Sehgal

Scritto da La Redazione il 20 dicembre 2021
Aggiornato il 23 dicembre 2021

Emilia Tapprest

Dopo l’edizione primaverile straordinaria del 2021, la decima edizione di Art City torna nell’orbita di Arte Fiera dal 20 al 23 gennaio 2022 sotto la direzione artistica di Lorenzo Balbi. Il format sarà quello già sperimentato nelle ultime tre edizioni, con un Main Program articolato in uno Special Project e in una serie di progetti curatoriali tra azioni, mostre e installazioni site specific che abiteranno luoghi consueti e inusuali della città.

Il grande ospite di quest’anno è la star Tino Sehgal con una performance in Piazza Maggiore che vedrà la partecipazione di 45 tra ballerini e interpreti che si muoveranno nello spazio facendo diventare il pubblico non solo fruitore ma protagonista di una coreografia umana, ricca di riferimenti alla storia e al passato.

Quello della dimensione esperenziale dell’opera è un elemento trasversale che caratterizza anche la mostra dedicata a Giulia Niccolai, Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai al Padiglione de l’Esprit Nouveau, a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni, in cui la ricerca poetica, visiva e sonora dell’artista è ricostruita e riattivata grazie a un nuovo lavoro performativo di Tomaso Binga e Giulia Crispiani.

L’elemento performativo torna in The Teacher di Agnes Scherer a cura di Caterina Molteni per la prima volta presentata a Bologna al Teatro delle Moline, così come in Zhōuwéi Network di Emilia Tapprest al Teatro San Leonardo, video installazione immersiva e live performance a cura di Felice Moramarco, che attraverso il medium cinematografico esplora la relazione tra datificazione, potere politico ed esperienze affettive individuali.

L’identità visiva di Art City è degli artisti Filippo Tappi e Marco Casella

Vivere lo spazio attraverso azioni che lo ridefiniscono e generano narrazioni è un tratto peculiare anche della ricerca di Italo Zuffi cui è dedicata Fronte e retro, personale a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri che si sviluppa tra la Sala delle Ciminiere del MAMbo e la Sala Convegni di Palazzo De’ Toschi.

Il tema del site specific, caposaldo dell’identità di ART CITY,  emerge poi in Times of Crisis, esposizione già inaugurata di Elisa Caldana Aki Nagasaka a Villa delle Rose.

Trova, invece, collocazione nella Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio, Emergency Break di Kipras Dubauskas, installazione video a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi, che presenta la trilogia dedicata al “soccorso” sviluppata dall’artista lituano a partire dal 2019 e il cui ultimo capitolo verrà realizzato a Bologna.

È Carlos Garaicoa il protagonista dell’interazione con lo spazio dell’Oratorio di San Filippo Neri con un’installazione a cura di Maura Pozzati attraverso la quale l’artista cubano intende approcciare la storia dell’Oratorio, ricordandone la distruzione e il restauro.

Le sale storiche di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla, saranno abitate da Fuori Terra, mostra di Mattia Pajè a cura di Giovanni Rendina, un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo.

È infine una dimensione sotterranea, in cui una silenziosa transizione sembra essersi appena compiuta, quella creata da Dominique White con Fugitive of the State(less) nei suggestivi spazi della Conserva di Valverde, installazione a cura di Giulia Colletti che dialoga con l’universo acquifero dei Bagni di Mario.

Accanto a tutto questo poi le numerosissime iniziative di musei, fondazioni e spazi istituzionali, pubblici e privati tra cui, per citarne alcuni, la personale di Susana Ljuljanovic Song for invisible garden presso il Cassero – LGBTI+ Center; la doppia personale das.05. Mutamenti. Le metamorfosi sintetiche di fuse* e di Francesca Pasquali  al DAS; il dialogo immaginario con Carlo Gajani e Gianni Celati di Orecchie D’Asino per la Fondazione Carlo Gajani; la collettiva LIBERO SPAZIO LIBERO, con opere di Martha Rosler, Giulia Niccolai, Lucy Orta, Claudia Losi e Claire Fontaine, nella sede espositiva della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna; una nuova mostra fotografica del MAST e molto molto altro.

L’accesso ovunque gratuito sarà comunque contingentato, anche se al momento non è previsto un sistema di prenotazione, sempre che l’aggravarsi della situazione epidemiologica non lo renda necessario.

Tutte le informazioni e il programma completo saranno presto su artcity.bologna.it.