Partiamo dal viaggio. Il viaggio come membrana, come non luogo e non spazio. Durante il viaggio si viaggia e basta. È un’azione necessaria per andare da un luogo a un altro, ma è anche un rito, e oggi iniziamo da qui. Non so che lidi state abbandonando ma so dove stiamo andando: a Dro, a Centrale Fies. Stiamo per arrampicarci tra i monti del Trentino e l’unico modo per farlo è con calma. Perché la destinazione e il viaggio hanno quasi sempre una natura affine e in questo caso, ad attenderci, non ci sarà né un castello né teatro, ma solo l’inaspettato.
A Centrale Fies non si va a cercare risposte ma per mettersi in ascolto di possibilità e domande, di pensieri alternativi e sguardi trasversali, attraverso le forme delle arti performative contemporanee e delle loro sempre più ampie e inclusive manifestazioni. È un luogo di ricerca e restituzione e quindi si va a cercare qualcosa che non eravamo sicuri esistesse. Il 18 luglio inizia la stagione estiva di Centrale Fies, quella che dischiude le sue porte e permette ai mesi di vibrante e paziente ricerca, di riversarsi nel mondo e dentro di noi. Basta solo raggiungerla. E per farlo, come dicevo, bisogna mettersi in viaggio.
A Centrale Fies non si va a cercare risposte ma per mettersi in ascolto di possibilità e domande, di pensieri alternativi e sguardi trasversali.
I mezzi sono svariati e la fantasia è ben accetta ma, per chi sceglie le vie più pratiche, abbiamo qualche suggerimento per voi. Se optate per la macchina google maps saprà il fatto suo, ma sappiate che viaggiare in compagnia può essere più economico e meno stressante, quindi Centrale Fies mette a disposizione dei gruppi telegram per organizzarsi con chi è vicino o con chi ha già la bussola orientata verso Dro (dove troverete un parcheggio con una cinquantina di posti ad accogliervi). Sempre in versione macchina con possibilità di sharing, da tenere in considerazione anche l’opzione taxi da Verona, Trento e Rovereto. Se invece preferite i mezzi pubblici puntate alla stazione dei treni di Trento: sia dagli aeroporti più vicini (Verona, Venezia, Bolzano, Bergamo, Milano Malpensa o Linate) oppure Flixbus o direttamente con il treno (arrivano anche da Innsbruck o da Monaco di Baviera oltre che da tutta Italia), insomma, l’obiettivo è Trento. Da lì si apre la rosa dei dolci e lenti bus che dalle valli si arrampicano un po’ pesanti tra le curve (da Trento Autostazione: B205 Riva D/Garda – fermata Dro Al Lago. Da Riva del Garda Autostazione: B205 Trento – fermata Centrale Fies. Per orari e ricerca percorsi, con tempi effettivi di attesa alle fermate in tempo reale: muoversi in Trentino).
Man mano che scegliete come arrivare state già collezionando pezzi di questa esperienza. Ma perché stiamo destrutturando spazio e tempo e risalendo sinuosi fianchi di montagne? Per quello che ci aspetta lì dal 18 luglio al 21 settembre: ovvero una programmazione artisticamente eclettica che attraversa ogni ambito della scena performativa attuale, mostrando in anteprima una panoramica unica sulle tendenze emergenti e anticipando lo spostamento dei confini della performance contemporanea. Oppure, detto in altre parole, darsi la possibilità di riflettere e di guardare alle cose del mondo, di questo complicato mondo, in modo diverso. Più vicino a noi e a quelli che possono essere valori inaspettati per noi e la comunità che ci circonda. Il 18 luglio le porte si aprono con Material Self (18 luglio -21 settembre): una mostra collettiva di natura performativa con Sonia Kacem, Sandra Mujinga, Caroline Achaintre, Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage, Chiara Bersani, a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna con la curatela esecutiva di Maria Chemello, che prosegue il ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica alla relazione tra le opere d’arte e le loro attivazioni. Durante l’opening Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage attiveranno le loro opere, che diventeranno oggetto o soggetto delle performance.
La mostra può essere visitata su appuntamento fino a settembre e ve lo consigliamo anche perché Centrale Fies è prima di tutto un luogo di condivisione e lavoro costante e quindi l’accoglienza, un caffè e un tour speciale dell’edificio non mancano mai.
Accanto a essa di espandono altri tre momenti di grande condivisione a Centrale Fies: LIVE WORKS SUMMIT (19 – 21 luglio); FEMINIST FUTURES (26 – 27 luglio); Evolving Love (19 – 21 settembre). Tre fine settimana che dilatano il conosciuto per andare a rimetterci mano e testa, attraverso le arti visive, performative e sonore, la poesia, lo stare insieme, l’ascolto e la condivisione. Le tematiche affrontate hanno parole che vibrano come decolonizzazione, discriminazione, multisensoriale, pratiche femministe, trasformazione, temi complessi che si sciolgono nelle arti e assumono un altro modo di stare al mondo, curioso e spontaneo. QUI potete trovare il programma completo per scoprire nello specifico chi saranno lə artistə prontə a condividere lavoro, ricerca e dedizione.
In questo viaggio che stiamo facendo manca ancora un pezzo, l’accoglienza. Perché quando le cose sono vere non sono mai prive di goduria e piacere. E quindi, una volta che abbiamo scelto come andare e perché andare, dove stare? Anche quest’anno Centrale Fies (in collaborazione con BASE Milano/Farout Festival) apre il suo Camping estivo per favorire un’esperienza di partecipazione e condivisione immersiva nella performing art in un territorio di grande valore ambientale. QUI potete trovare tutte le informazioni per lasciarsi cullare dal paesaggio che circonda il luogo e restare sempre immersi nelle persone e le situazioni. Ma se invece non fa per voi, nessun problema. Il territorio offre tantissime soluzioni diverse per ogni gusto e età che permettono a tuttə di partecipare al meglio dello proprie necessità. E sempre su questa riga, un ultimo accenno a una riflessione aperta da Centrale in occasione degli eventi: PAY WHAT YOU WANT. Ovvero versare un contributo all’altezza del cuore e del portafoglio per fruire gli eventi in corso, per continuare ad attingere a quel bacino che ci resta sempre un po’ sconosciuto delle scelte personali e del libero arbitrio a favore delle collettività.
Vorrei dirvi di più ma credo che la cosa più bella sia augurarci di vederci là, desiderosə di stare insieme e di dilatare la membrana dello spazio, del tempo e del pensiero.