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Santarcangelo Festival non annulla né posticipa, ma si dilata in tre atti

Si parte con un progetto pilota per inventare nuove modalità di stare insieme.

Scritto da La Redazione il 30 aprile 2020

Foto di Paola Bianchi in residenza per il progetto ELP

La pandemia trasforma in un’edizione d’emergenza Futuro Fantastico, il cinquantennale di Santarcangelo Festival 2020: “decidiamo di non annullare né posticipare ma dilatare il Festival – scrivono i Motus, confermati alla direzione artistica anche per il 2021 -, con una prima azione estiva per tornare ad abitare lo spazio pubblico: un progetto pilota che parte dalle norme di distanziazione per inventare altre modalità di stare insieme, a un metro (o più) di distanza.
Sarà un Festival – continuano abitato soprattutto da artiste e artisti italiani, occasione imprescindibile per spostare il fuoco sul nostro paesaggio teatrale martoriato dal lockdown e dalle discrepanze dei sussidi”.

Tre atti quindi: il primo dal 15 al 19 di luglio 2020 occuperà come e quanto possibile lo spazio pubblico, invitando gli artisti coinvolti a ripensare le proprie opere in funzione delle nuove modalità di fruizione; il secondo atto nell’inverno 2020/’21 negli spazi del rinnovato Teatro Il Lavatoio (i cui lavori di ristrutturazione è previsto si concludano entro fine luglio) e ospiterà le nuove creazioni in maggior parte di registe e coreografe italiane emergenti; il terzo atto a luglio 2021, momento nel quale il Festival potrà recuperare la propria dimensione internazionale e invitare a Santarcangelo alcune delle più interessanti creazioni del panorama mondiale delle performing arts.

“Chi pensa che un festival sia un orpello o lusso o puro intrattenimento non necessario in tempi di crisi, commette un errore immane, verso sé stesso e verso le generazioni a venire”

Tutto il Festival – si legge – sarà atto performativo, un set cinematografico esploso, dove cittadini e cittadine, performer, tecnici, cuochi, negozianti, amministratori… saranno attori di un gigante film post- apocalittico: a Santarcangelo si può, immaginando la Piazza, lo Sferisterio, il parco di Imbosco come nuovi palcoscenici naturali. Con la casa di produzione cinematografica Dugong pensiamo a una debita documentazione di questa performance collettiva di cinque giorni. Data l’unicità dell’intero processo di ripensamento del Festival sarà un documentario sulla capacità adattiva dell’immaginazione”.

“Chi pensa che un festival – aggiungono – sia un orpello o lusso o puro intrattenimento non necessario in tempi di crisi, commette un errore immane, verso sé stesso e verso le generazioni a venire. Occorre rilanciare e non rinunciare: un festival può anche essere bacino catalizzatore di risorse economiche per sostenere aree più fragili del sociale, e in questa edizione sarà una delle principali finalità.
Un festival è anche una festa e un rito sensuale e comunitario, che immunizza dalle paure e facilita le relazioni inceppate dal tempo, un festival produce ossigeno, e accende fuochi immaginativi ed emozionali, è catartico e costruttivo”.