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Solo un quarto dei locali a Bologna è accessibile alle persone con carrozzina

Scritto da La Redazione il 24 marzo 2023

Entro fine settembre 2023 tutti i luoghi aperti al pubblico di Bologna dovrebbero diventare accessibili per adeguarsi alle “Linee guida per la visitabilità” allegate al Regolamento Edilizio comunale che impongono di rendere accessibile almeno l’ingresso – ad esempio tramite una rampa. La situazione dell’accessibilità ad oggi però è ancora disastrosa. Da una mappatura di 175 locali e negozi bolognesi, svolta da un gruppo di associazioni di persone con disabilità e realtà queer, emerge che solo un quarto di essi è accessibile a persone in carrozzina. L’indagine verrà presentata questa sera, venerdì 24 marzo, alle ore 18 al Centro sociale della Pace (via del Pratello 53) all’interno di un “aperitivo transfemminista” al quale seguirà un “karaoke stonato” per “cantare a squarciagola la necessità di spazi accessibili ovunque, non solo per andare dal medico o pagare le bollette, ma anche per “rimorchiare”, fare festa e divertirsi.

“È un regolamento – spiega Alice Greco, presidente di UILDM Bologna – che è stato ottenuto due anni fa grazie alla spinta di più di 15 associazioni bolognesi e al sostegno dell’amministrazione. Chiede qualcosa di veramente minimale, solo l’adattamento dell’ingresso per le persone con disabilità motorie, mentre sappiamo che l’accessibilità è molto di più, deve tenere in conto tutte le disabilità e le neurodivergenze. Eppure anche il livello davvero minimo di accessibilità, cioè poter entrare in un posto, non è ancora garantito per troppe persone. Proviamo a partire da qui”, conclude Greco, “con alleanze sempre più larghe: la battaglia per l’accessibilità riguarda tutti e tutte, così come le lotte per i diritti delle persone LGBT+. Sono questioni di civiltà”.

L’iniziativa è stata promossa dal Centro sociale della Pace anche per autofinanziare il miglioramento dell’accessibilità del Centro stesso, che attualmente è accessibile in carrozzina tramite una rampetta, ma necessita di alcuni piccoli adattamenti. È stata organizzata insieme a Laboratorio Smaschieramenti, Rete per l’autonomia, UILDM Bologna, Collettivo Sistemabile, Lesbiche Bologna e Queernelli.

“Sembra il momento giusto per sollevare il problema – scrivono. Infatti, la locale Camera di Commercio ha appena lanciato un bando che offre un totale di 200.000 euro di contributi alle realtà commerciali che rimuovono le barriere architettoniche: ci si può candidare entro il 28 aprile. Inoltre, grazie al rinnovo del “bonus barriere” nella Legge di bilancio, il 75% della spesa sostenuta (in questo caso da chiunque, privati o imprese) può essere detratto dalle tasse in 5 anni. Insomma, è il momento per abbattere le barriere quasi a costo zero. Ma soprattutto, è il momento in cui c’è un obbligo da rispettare. L’obbligo riguarda attività commerciali ma anche ambulatori e sedi di associazioni, se svolgono attività aperte al pubblico. In caso di impossibilità tecnica ci si può esonerare, ma deve essere certificata da un professionista. Alcune associazioni di persone disabili offrono anche un servizio di consulenza tecnica su come adeguarsi, in collaborazione con CNA: per richiederlo basta scrivere a reteperlautonomia@gmail.com”.