“C’era un ragazzo che come me…cercava casa a Bologna e non ci riusciva”. La storia di Fabrizio tirocinante presso lo studio Alvar Aaltissimo – la pagina social satirica dedicata all’architettura – è ormai un luogo comune, quasi identitario quanto le tre T. Un problema enorme che nel nuovo Stanze Bolognesissime (Corraini Edizioni) diventa surreale, dissacrante e leggero, anche se autentica è invece la denuncia della realtà sociale e dell’emergenza abitativa che colpisce studenti e non.
Il libro arriva dopo il successo di Case milanesissime ed è una nuova raccolta di annunci immobiliari dedicati agli affitti per studenti.
«Ho vissuto poco a Bologna – ci racconta -, nel 2018, per un corso dopo la laurea di 3 mesi. Cercare casa era già difficile allora, più che altro perché era complicato trovare una casa a prezzi accettabili per così poco tempo. Credo però che Bologna sia la città che ha il problema degli affitti più peculiare. È addirittura peggio di Milano, perché ai costi alti si somma la scarsità di offerta».
I tanti perché li spiega nella postfazione Sarah Gainsforth: «le stanze in affitto a prezzi astronomici stanno diventando la norma – quando ci sono – anche grazie a una narrazione, istituzionale e non, che promuove città e quartieri sempre più esclusivi, e quindi escludenti. I divari aumentano, i costi sociali crescono, la povertà esplode. Ma guai a mettere in discussione il paradigma della rendita, che si nutre soprattutto di abitanti temporanei, più o meno giovani, disposti a investire sul proprio futuro. La speculazione sul loro futuro, sulla loro speranza di un futuro che è anche il nostro, è inaccettabile».
Ed ecco allora posti letto con materassi in verticale dentro una doccia, “stanze” ricavate negli atri dei palazzi o con letti accatastati uno sopra l’altro, prezzi che variano in base allo spessore del materasso, appartamenti con un buco in mezzo, seminterrati senza bagno e sottotetti adatti a studenti di bassa statura; un tragicomico catalogo di proposte immobiliari non così distanti dalla realtà quanto vorremmo in cui si fa spesso fatica a distinguere cosa sia vero e cosa no (e qualcosa di vero c’è).
Il libro esce il 27 ottobre, ma si può già ordinare qui.