È sicuramente una delle più contestate, ma anche delle più difese. Non c’è volta che si parli della ciclabile di via Saragozza senza scatenare contrapposizioni tra chi la considera “pericolosa” o “non una ciclabile, ma una linea sull’asfalto” e chi crede che il problema vero sia la sosta abusiva in doppia fila e la mancanza di rispetto per gli utenti “deboli” della strada. Ne parlammo già qui, provando a riportare la posizione dell’associazione Salvaiciclisti poco dopo l’inaugurazione.
Certo è che le ciclabili in carreggiata esistono dappertutto, anche a Bologna ormai sono diffusissime, ma la particolare concentrazione di attività commerciali, abitazioni e traffico in un una strada ad una sola corsia di marcia rende la questione particolarmente polarizzante.
È per questo che Salvaiciclisti, ispirandosi all’iniziativa ideata a Milano lo scorso novembre per proteggere la corsia ciclabile di viale Monza, ha organizzato per venerdì 20 gennaio alle h 18 una catena umana “per difendere la corsia dalla sosta selvaggia, per ribadire il diritto di spostarsi in sicurezza e la necessità di una convivenza pacifica tra tutti i veicoli che condividono lo spazio pubblico”.
“Quando la corsia viene usata impropriamente come parcheggio – scrivono -, aumenta il pericolo per chi pedala: questo comportamento scorretto costringe le persone in bici a superare le auto ferme, pedalando al centro della carreggiata e vanificando l’effetto di protezione. Con questa manifestazione ci rivolgiamo innanzitutto a tutte le bolognesi e i bolognesi, a cui chiediamo di aiutarci a difendere la nostra incolumità. Ci rivolgiamo inoltre al Comune – continuano – , a cui chiediamo un cambio di passo nella difesa delle corsie ciclabili. Occorre attivare un maggior numero di controlli e rendere le corsie più visibili, adottando gli stessi espedienti in uso in tutta Europa: la colorazione rossa su tutte le ciclovie principali, una maggiore larghezza della corsia e un frequente rifacimento della segnaletica orizzontale”.
Siccome sarà buio, il consiglio per chi volesse partecipare è di portare delle luci per essere visibile.
Insomma, non per litigare, ma per abituarsi all’idea pacifica che “la strada non è delle auto, ma di ogni cittadin*, in qualunque modo decida di spostarsi”.