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Vatican Chapels: il suono della spiritualità contemporanea

Il Cini-mondo come non l'avete mai visto: riapre con una colonna sonora tutta da scoprire il parco che ospita le 10 opere vaticane della Biennale architettura 2018 e per la prima volta è consentito l’accesso al Labirinto Borges

Scritto da Francesca Romana Posca il 2 luglio 2020

È una sospensione dal mio occidente verso l’oriente, un viaggio interiore che contempla in solitudine l‘armonia delle forme e le trame dei materiali.

Con queste parole, Antonio Fresa, descrive il brano Hope in G major, ispirato alla cappella progettata dall’architetto giapponese Terunobu Fujimori, sull’isola di San Giorgio. La traccia, è la prima da lui composta tra le undici di Vatican Chapels- A soundtrack experience, progetto sensoriale ideato dall’imprenditrice fiorentina Ilaria D’Uva, la cui azienda, operativa nello sviluppo di tecnologie e servizi museali, gestisce il servizio di visite guidate alla Fondazione Giorgio Cini e delle Vatican chapels. In occasione della riapertura della Fondazione a seguito del lockdown, è stato chiesto al compositore Antonio Fresa, di ideare undici brani inediti, ognuno dedicato a una cappella, tenendo conto delle strutture e dei materiali che le compongono, più un tema riservato al Padiglione Asplund, posto in apertura della visita. Il progetto oltre a fungere da colonna sonora delle audio guide alle Vatican Chapels, è anche disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming e download dal 26 giugno, giorno della riapertura al pubblico di questo affascinante luogo.

Realizzate in occasione della prima partecipazione della Santa Sede alla Biennale Architettura, nel 2018, la Vatican Chapels costituiscono un padiglione diffuso, curato dall’architetto Francesco Dal Co e da Micol Forti, responsabile della collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani. Il progetto, si ispira alla Skogskapellet, la Cappella nel bosco che l’architetto svedese Erik Gunnar Asplund costruì nel 1918 nel Cimitero di Stoccolma. In quel caso si concepì la cappella come luogo di orientamento, incontro, mediazione e saluto. Il medesimo tema è stato proposto a dieci architetti di diversa provenienza e formazione, invitati a ideare e costruire altrettante cappelle all’interno dell’area alberata all’estremità dell’isola veneziana di San Giorgio Maggiore. Come la Skogskapellet di Asplund, anche le cappelle che formano il Padiglione della Santa Sede sono isolate e accolte da un ambiente naturale del tutto astratto, connotato unicamente dal suo emergere dalla laguna e dal suo schiudersi sull’acqua.

Nel bosco dove sorgono le cappelle non vi sono mete e l’ambiente è soltanto una metafora del peregrinare dell’individuo nell’esistenza, tema caro anche allo scrittore Louis Borges, che da il nome al labirinto, progettato dall’architetto Randoll Coate, presente sull’isola: “Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d’isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto.”

Il percorso musicale delle Vatican Chapels si pone dunque come una sorta di pellegrinaggio spirituale, in grado di coniugare nel visitatore suggestioni naturali, architettoniche e artistiche.

Dal 26 giugno è possibile sperimentare il nuovo percorso al complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, con la Vatican Chapels Soundtrack Experience e il labirinto di Borghes, per tutto il fine settimana, da venerdì a domenica dalle 11 alle 19, prenotandosi sul nuovo sito www.visitcini.com