Saranno tre le location che ospiteranno gli appuntamenti in programma per il primo dei due atti di ZED Festival Internazionale Videodanza, diretto da Mario Coccetti e organizzato dalla Compagnia della Quarta, in programma dal 5 al 9 luglio.
La quinta edizione anche quest’anno porterà a Bologna la possibilità di assistere a esperienze performative XR e a proiezioni cinematografiche, in un ricco programma che si dipana tra le Serre dei Giardini Margherita, il Cinema Odeon e il MAMbo, in attesa di un secondo atto previsto dal 15 al 22 ottobre 2023 e che sarà dedicato principalmente a incontri tematici, di formazione e workshop.
Tutti gli appuntamenti saranno aperti al pubblico a ingresso gratuito e senza prenotazioni.
Dal 2019, il festival si presenta di anno in anno come uno degli appuntamenti culturali più originali, eclettici e all’avanguardia nel panorama dei festival italiani, capace di combinare e far dialogare spazi reali e spazi virtuali all’interno dei quali cultura, danza, natura e tecnologia si amalgamano.
E anche quest’anno non verranno meno le premesse. La programmazione della nuova edizione infatti, ancora una volta dalla forte cifra internazionale e divisa in diverse sezioni, abbraccia film a 360° fruibili da visore VR, videoinstallazioni, cortometraggi provenienti da ogni parte del mondo, incontri e workshop, tutte esperienze alle quali si dà il merito di avvicinare sempre più persone alle nuove tecnologie di fruizione della cultura e alla digitalizzazione della danza.
A caratterizzare principalmente la nuova edizione, due importanti novità.
In primis, il ritorno della videodanza sul grande schermo grazie allo sviluppo della collaborazione inaugurata lo scorso anno con il Circuito Cinema Bologna, che mostrerà al pubblico i film di Selezione ZED, contest di ZED festival e di Beyond one minute de La Danza in 1 Minuto di COORPI, partner storico e coproduttore del festival.
La seconda novità riguarda la presenza di un giovanissimo artista italiano, il modenese Francesco Misceo, con una videoinstallazione dal titolo Listen to Nature, e la Deutsche Oper am Rhein Düsseldorf Duisburg con l’opera di balletto classico Fairies in realtà aumentata.
Infine, ad arricchire il tutto, ci sarà una serata speciale che segna una nuova tappa nella collaborazione progettuale tra ZED e Le Serre: venerdì 7 luglio, in occasione della serata a tema dedicata agli artisti africani e alle relazioni culturali tra Africa e Europa, insieme a Cro.me e COORPI, ZED propone DANCE MY BLACK SIDE, una selezione di produzioni recenti di cortometraggi di danza di artisti africani, introdotta da una riflessione sugli stereotipi con i quali si ha la ricezione della danza africana in Europa, oltre che sulle relazioni tra i protagonisti contemporanei della danza africana in video e le principali istituzioni culturali europee. La serata vedrà anche la partecipazione della Prof.ssa Cristiana Natali (Antropologia della danza) dell’Università di Bologna e del collettivo Razzismo Brutta Storia della fanzine Antirazine.
Riguardo alla nuova edizione abbiamo posto qualche domanda a Fabrizio Molducci, organizzatore di ZED.
Perché un festival di videodanza?
La videodanza è una scoperta fatta all’estero qualche anno fa, così nel 2019 da un’idea di Mario Coccetti, direttore artistico e produttore di ZED, abbiamo deciso di incentrare un intero festival a Bologna proprio su questa forma artistica quasi totalmente sconosciuta nel nostro Paese.
Possiamo dire che la scommessa è stata vinta perché già nel primo anno la rassegna è stata accolta molto bene e ha avuto successo.
È cambiato tanto dalla prima edizione a oggi?
All’inizio si è optato per una selezione di proiezioni, mentre dal secondo anno in poi, con la pandemia di mezzo, si è puntato moltissimo sulla tecnologia XR.
C’era e c’è ancora la necessità di continuare a fare e fruire di cultura in modo nuovo e alternativo, e al contempo di proporre qualcosa che nel nostro territorio sta raccogliendo sempre più spettatori.
Basti pensare che quest’anno, ad esempio, anche il Cinema Odeon si è unito alle location che ospitano il festival, segno di un grande coinvolgimento delle realtà culturali cittadine con le quali si spera di potenziare sempre più la sinergia.
Cosa aspettarsi dai due atti previsti per questa quinta edizione?
L’attività si sta espandendo e dal 2020 è iniziata anche un’attività di distribuzione di parte del nostro programma artistico ad altri festival.
Quest’anno, senza dubbio ci sarà una proposta di esperienze culturali ancora più variegata, da anteprime nazionali a esperienze in VR, videoinstallazioni e incontri con il pubblico, in attesa del secondo atto di ottobre che sarà incentrato più sulla divulgazione e sulla formazione.
Un appuntamento assolutamente da non perdere?
Direi due in particolare. Il primo è l’anteprima nazionale di Betroffenheit, l’adattamento per lo schermo di uno spettacolo con le coreografie di Crystal Pite, in occasione dell’inaugurazione del 5 luglio; il secondo è l’esperienza in realtà aumentata di Chaotic Body, del coreografo inglese Alexander Whitley, altra grande anteprima nazionale.