Il Sacrario nacque sul muro dell’attuale Salaborsa per iniziativa spontanea della cittadinanza, che fin dalla mattina del 21 aprile 1945 iniziò a depositare fiori e santini ricordo – in un pellegrinaggio che nei giorni successivi assunse dimensioni imponenti – sul muro di Palazzo d’Accursio che per mesi aveva visto (nell’angolo sprezzantemente battezzato “posto di ristoro”) le fucilazioni sommarie di partigiani e antifascisti ad opera dei tedeschi e delle Brigate nere.
Oggi il Sacrario raccoglie più di 2000 formelle con i ritratti o i nomi dei caduti e 16 di maggiori dimensioni che riproducono foto dell’epoca.
Fra le foto dei caduti vi è anche quella di Franco Cesana cui è stata intitolata anche una scuola primaria in città. Cresciuto a Bologna, frequentò la scuola ebraica dopo la promulgazione della legislazione antisemita e divenne giovanissimo partigiano, ucciso poi nella zona del modenese nel corso del 1944.