Ad could not be loaded.

Come cambia il Mercato delle Erbe con la gestione affidata al Caab

Scritto da Salvatore Papa il 12 dicembre 2025

Da anni il Mercato delle Erbe vive una lunga fase di ripensamento, segnata da entusiasmi a intermittenza e progetti che hanno cambiato direzione più volte. Prima della pandemia, tra il 2019 e il 2020, era circolata l’idea di trasformarlo in uno spazio più vicino ai mercati gastronomici europei: alleggerimento dei banchi centrali, un’area conviviale, un’immagine coordinata capace di renderlo più riconoscibile, quasi un’operazione “alla Boqueria” di Barcellona. Un progetto che puntava su estetica e socialità, immaginando un mercato più aperto e più instagrammabile. Quel piano, però, non si è mai concretizzato totalmente e il Mercato è rimasto sospeso tra la sua identità storica e una funzione più ibrida che già da anni si era sviluppata, con l’arrivo di bar e ristorazioni che convivono con i banchi tradizionali.

La gestione, fino ad oggi, è stata in gran parte legata agli operatori stessi e al Consorzio del Mercato delle Erbe, mentre la proprietà degli spazi è sempre rimasta al Comune di Bologna.

Negli ultimi due anni l’approccio è cambiato. L’Amministrazione comunale ha scelto di farne un “hub urbano”, che vorrebbe puntare a una rilettura complessiva del ruolo del mercato nella città: un nodo in cui fondere commercio tradizionale, servizi di prossimità, socialità, logistica sostenibile e politiche legate alla filiera corta. Un approccio formalizzato con la candidatura a un bando regionale che riconosce gli hub urbani come strumenti di rigenerazione della rete commerciale cittadina.

Da qui la decisione comunicata ieri di affidare la gestione del Mercato al CAAB (Centro Agroalimentare di Bologna), società pubblico-privata partecipata da enti locali (tra cui il Comune di Bologna) e da operatori del settore agroalimentare.

La concessione dell’immobile durerà dodici anni e prevede un canone annuale di 356.725,08 euro più IVA, con l’onere per il concessionario di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il comunicato del Comune descrive il progetto dell’hub urbano come un intervento che deve garantire “ai potenziali fruitori del mercato la possibilità di accedere a prodotti con un buon rapporto di convenienza, a un prezzo adeguato e anche a nuovi servizi, dando al mercato una funzione di luogo della socialità”. L’obiettivo dichiarato comprende anche la valorizzazione delle botteghe storiche e delle attività con una storicità consolidata nell’area, nonché la predisposizione di un sistema di approvvigionamento basato su forniture a filiera corta e sulla sostenibilità logistica. Immancabili gli eventi culturali e l’animazione.

L’assessora al Commercio, Luisa Guidone, sottolinea inoltre che «il progetto metterà al centro lo sviluppo di servizi ai residenti del centro storico, attraverso un ragionamento sul giusto prezzo e sulla qualità dei prodotti offerti, sui servizi di consegna e sulla logistica. Il tutto nel quadro delle politiche dell’amministrazione sul cibo, come lo Ius cibi che abbiamo inserito recentemente nel nostro Statuto, e delle politiche ambientali che stiamo portando avanti.»

Resta ora da capire come sarà il passaggio dalle intenzioni alla realtà. Il rischio, già visto in altri contesti europei, è che l’equilibrio fra funzioni commerciali, vocazione sociale e attrattività turistica possa inclinarsi a svantaggio dei residenti che, peraltro, nel centro storico sono sempre meno.