Dopo i guai con il vicinato e la municipale, Plug Radio ha firmato un patto di collaborazione con il Comune di Bologna per trasmettere in streaming da una vetrina di via Azzo Gardino 18. La consolle della radio sarà allestita nella vetrina che dà sulla strada, così da permettere a chi passa di vedere i e le dj all’opera, e collegarsi on line sulla piattaforma della Radio per ascoltare la loro musica.
La collaborazione, che durerà 8 mesi, “vuole offrire ad artiste e artisti della città – si legge – uno spazio digitale inclusivo e accessibile, attraverso il quale possano condividere la propria musica, raccontare il proprio percorso e connettersi con una comunità ampia e diversificata, con il coinvolgimento di studenti, persone e realtà che vivono e orbitano nella zona di Azzo Gardino.”
La radio racconterà, attraverso podcast e interviste, le storie delle realtà che operano nel mondo della musica elettronica, dando voce a produttori, dj, promoter e figure professionali che contribuiscono alla crescita della scena musicale locale e nazionale.
«Desideriamo esprimere – scrive Plug – la nostra profonda gratitudine alla Vicesindaca Emily Clancy e all’Amministrazione comunale, che si sono attivate per trovare una soluzione concreta e garantire la continuità delle nostre attività. Il loro impegno dimostra l’importanza di tutelare le esperienze culturali indipendenti e il valore della collaborazione tra istituzioni e realtà del territorio.
Tuttavia, non possiamo ignorare il contesto che ci ha portati a questa situazione. La chiusura di PLUG in Via Cartoleria è stata determinata da un provvedimento del Tribunale di Bologna, a seguito di una denuncia da parte di alcuni condomini di quello stabile. Questa decisione non è stata assunta dall’Amministrazione comunale, ma a seguito di un provvedimento terzo, da parte del Tribunale per l’appunto.
Un fatto che solleva interrogativi più ampi sulla tutela degli spazi di aggregazione culturale in città.
Inoltre, a oggi, non abbiamo ancora ricevuto una risposta alla nostra richiesta di accesso agli spazi per recuperare le attrezzature necessarie alla prosecuzione della nostra attività.
Un ulteriore ostacolo che rende ancora più evidente la necessità di una riflessione collettiva sul futuro degli spazi culturali indipendenti a Bologna.
Crediamo fermamente che una città viva e inclusiva non possa prescindere da luoghi come PLUG, spazi di sperimentazione, partecipazione e condivisione. Bologna ha una lunga storia di fermento culturale, e oggi più che mai è essenziale difendere questa identità.»