Quando l’abbiamo incontrata un anno fa al PAC di Milano, per la mostra di Armin Linke, Ilaria Bonacossa era ancora la direttrice del Museo di Villa Croce a Genova. Poi sono arrivate le prime voci, le conferme e infine le conferenze stampa di questa nuova direzione di Artissima. Come sempre la sua è una visione chiarissima, asciutta, concisa, che per prima cosa lega la manifestazione al cinquantesimo anniversario della nascita dell’Arte Povera. E per rievocare l’energia densa e tesa di quegli anni ha dato vita a due progetti.
Il primo è Deposito d’arte italiana presente, curato assieme a Vittoria Martini, che ripropone l’esplorazione a suo tempo messa in atto da Gian Enzo Sperone con il Deposito d’arte presente sull’arte d’avanguardia alla fine degli anni Sessanta, indagando però l’arte italiana degli ultimi venti anni, emersa dalle spire opprimenti dell’eredità poverista e transavanguardista. Uno spazio che ospita opere italiane prodotte ed esposte a Torino dagli anni Novanta in poi, da Maurizio Cattelan a Vedovamazzei, fino a Elisabetta Benassi e Adelita Husni-Bey. Piper. Learning at the discotheque è invece la ricostruzione evocativa realizzata da Superbudda della storica discoteca di Piero Derossi, attiva dal 1966 al 1969, che farà da cornice al programma di talk di Artissima curato da Paola Nicolin e al nuovo episodio di Theclassroom con l’artista Seb Patane. Sarà Zero a chiudere le danze del Piper domenica 5 novembre con un djset: Notte Italiana al PIPER by ZERO.
Oltre alle consolidate sezioni Present Future, dedicata alle nuove generazioni e coordinata da Cloé Perrone, e Back to the Future, dedicata quest’anno agli anni Ottanta e coordinata da Anna Daneri, si è aggiunta la sezione Disegni coordinata da Luís Silva e João Mourão, a cui è associato anche un nuovo premio, il Refresh Premio Irinox.
Gli altri due nuovi premi sono l’OGR AWARD, promosso ovviamente dalla Fondazione CRT, e il Campari Art Prize, riservato agli under35.
Infine, tra le 13 nuove New Entries ci sono 5 gallerie italiane (Clima e ViaSaterna di Milano, Placentia Arte, Eduardo Secci di Firenze e Acappella di Napoli), più Francisco Fino da Lisbona, Maximillian William di Londra, Art+text Budapest, Rohers & Boetsch di Zurigo, Kasia Michalski di Varsavia, Bad Reputation di Los Angeles, A-Lounge(A-L) di Seoul, ed Espacio El Dorado di Bogotà.
LE DIECI COSE IMPERDIBILI FUORI DALL’OVAL
1) La prima grande personale di Gilberto Zorio al Castello di Rivoli.
Anche la Bakargiev ha voluto festeggiare l’arte povera e l’ha fatto con il personaggio più interessante che aveva a disposizione. A cura di Marcella Beccaria.
2) Carlos Garaicoa alla Fondazione Merz
Le architetture sublimi dell’artista cubano trasformano gli spazi Merz
3) La mostra congiunta OGR-FONDAZIONE SANDRETTO, Come la falena alla fiamma.
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che ora apre una sede a Madrid, si è aggiudicata la collaborazione con le faraoniche OGR, la creatura del CRT. Una mostra-monstre su Torino, che attinge a tutte le collezioni storiche e contemporanee della città, espansa nelle due sedi e con tre curatori come Liam Gillick, Tom Eccles e Mark Rappolt.
4) OPERAE, la fiera del design Indipendente
Giunta alla sua ottava edizione, Operae si è spostata dai palazzi storici al Lingotto, per stare più vicina ad Artissima, ed è curata da Alice Stori Liechtenstein, fondatrice dello Schloss Hollenegg for Design. Il titolo, di notevole impegno, è Why design?
5) Niki de Saint Phalle al Museo Ettore Fico
Come si fa a non amare una donna che spara ai palloncini nella posa di Calamity Jane? E che ha costruito il Giardino dei Tarocchi?
6) I gioielli di Ferré a Palazzo Madama
Con un bellissimo allestimento di Franco Raggi
7) Franco Noero fa Mario Garcia Torres nella vecchia Galleria e Pablo Bronstein nella nuova
Che fare?
8) La mostra di Treti Galaxie nella fortezza sotterranea del Pastiss
Più accessibile di quella dell’anno scorso (riservata a una persona), la mostra di Clémence de La Tour du Pin, Sept préludes, è ipogea. W Pietro Micca.
9) The Others Art Fair all’Ex Ospedale Maria Adelaide
La fiera degli indipendenti, profit e noprofit, presenta una nuova sezione Specific e il The Performance Bar on tour.
10) Cinzano: da Torino al mondo.
Mentre vi fate il giro dei vermut consigliati da Zero, rivolgete un pensiero anche alla cultura e guardate le grafiche bellissime del Cinzano.
Solo i più resistenti, intraprendenti e coriacei potranno accedere all’after di Artissima e anche alle notti di Club to Club e specificamente ai Kraftwerk alle OGR.