Essere sulla bocca di tutti – dove per tutti si intendono le nicchie d’ascolto ma pure i pareri “che contano”, come quelli di The Guardian, Wire e Pitchfork, per mantenerci su un profilo internazionale – è un merito relativo. Se questo viene però conquistato attraverso un’estetica contemporanea e un ricco bagaglio concettuale, la questione si fa un po’ diversa. Nella fattispecie Holly Herndon ha pubblicato per 4AD il disco che dall’etichetta non ci si sarebbe mai aspettati e che in molti considerano tra i più “importanti” usciti finora quest’anno: pop ad alta definizione, Bjork se fosse nata nel 2015 e indagine sulla complessità del rapporto tra mondo digitale ed essere umano. James Ferraro ci provò a rendere interessanti i suoni di Skype, Holly ci riesce. Big up per lei e per roBOt Festival che è riuscito a portarla a Bologna. Pare che siamo nel 2015, lei l’ha codificato.
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Holly Herndon: pop ad alta definizione
La nuova Bjork dell'era post digitale presenta al roBOt l'ultimo, chiacchieratissimo album Platform
Scritto da La Redazione il 25 giugno 2015
Aggiornato il 12 ottobre 2017