Sono ormai più di 2300 le firme per bloccare il progetto di far diventare Villa delle Rose – oggi sede espositiva del MAMbo – una Casa del dialogo tra religioni e culture. Ad annunciarlo era stato a fine luglio il Sindaco, Matteo Lepore, insieme ai rappresentanti delle altre istituzioni coinvolte: Chiesa di Bologna, Comunità Ebraica, Comunità Islamica e Università di Bologna.
Una scelta che ha acceso l’indignazione di molti operatori culturali ed artisti, primo tra tutti Gino Gianuizzi, fondatore della storica galleria neon, che ha subito lanciato su change.org il suo appello. Villa delle Rose è, infatti, un lascito che la contessa Nerina Armandi Avogli donò al Comune di Bologna nel 1916 guidato all’epoca dal Sindaco Francesco Zanardi, lo stesso che fece edificare il Forno del Pane, oggi sede del MAMbo. “Come risulta anche dalla lapide apposta dal Comune di Bologna nel 1927 – scrive Gianuizzi – Villa delle Rose per volontà della donante doveva divenire la sede di una istituenda Galleria d’Arte Moderna. La casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture è una iniziativa positiva e necessaria ma non è uno spazio dedicato all’arte.”
Sia il Sindaco che la delegata per i diritti umani, il dialogo religioso e interculturale Rita Monticelli hanno rassicurato che la vocazione artistica dello spazio resterà, così come le sale espositive, ma non è bastato a convincere le centinaia di firmatari e firmatarie preoccupati di perdere un importante luogo d’arte che nel corso della sua storia ha ospitato decine di mostre e residenze d’artista.
All’appello hanno risposto tra gli altri il direttore di Arte Fiera, Simone Menegoi, l’artista Flavio Favelli, e l’ex direttore della Gam, Danilo Eccher.
“Villa delle Rose – continua Gianuizzi – può divenire una Kunsthalle e ospitare mostre temporanee, workshop, laboratori, seminari mettendo in rete MAMbo, Accademia di Belle Arti, Università di Bologna-DAMS, Università di Bologna-Master in arti visive: arte, museologia e curatela. Il sindaco Matteo Lepore, che si è arrogato la delega alla Cultura fin dal principio del suo mandato, sta lavorando su più tavoli per spostare il Museo Morandi a Palazzo Pepoli-Museo della Città dopo avere acquisito in asta pubblica per 1.9 milioni di euro la Palazzina Magnani. Bisogna attivarsi per impedire che questo ennesimo esproprio venga messo in atto e che gli spazi pubblici per l’arte contemporanea vengano soppressi.”