Come dicevamo anche qui, l’emergenza Covid tra i suoi vari effetti collaterali rischia di creare una nuova emergenza legata al trasporto pubblico locale. In questi giorni sono in molti quelli che spingono verso la scelta dell’auto privata come mezzo più sicuro, senza però considerare la congestione delle strade che ne conseguirebbe e, soprattutto, un ritorno in pompa magna dello smog, con i disastri per la salute pubblica che lo accompagnano. Solo a Bologna sono 850.000 abbonati al TPL ferro e gomma che potrebbero decidere domani di spostarsi in auto.
È per questo che 90 tra associazioni, cittadini e rappresentanti delle istituzioni riunite nella Consulta della Bicicletta di Bologna hanno stilato un piano della mobilità post-COVID da presentare alle istituzioni cittadine e regionali sul modello del documento nazionale sottoscritto da 40 associazioni e docenti universitari che è stato inviato al Presidente del Consiglio Conte e a Vittorio Colao, Presidente del Comitato di emergenza nazionale.
Quello che si chiede è:
• Ciclabili temporanee per incrementare l’uso della bicicletta, un mezzo sicuro per il distanziamento fisico e utile anche a rafforzare le difese immunitarie, che vadano a ricalcare le direttrici già pianificate dal Biciplan, da realizzarsi subito in via emergenziale e temporanea;
• creazione di isole pedonali che consentano di camminare a piedi mantenendo le distanze;
• incremento del bike sharing elettrico e normale con una tariffazione ribassata;
• una campagna di comunicazione dal basso per spiegare i vantaggi della bici e contrastare la disinformazione sulla sicurezza del tpl;
• una task force di assessori alla mobilità dei comuni di cintura;
• un tavolo di consultazione di emergenza tra portatori di interesse per pianificare insieme i provvedimenti necessari, compresi quelli che riguardano direttamente il tpl e la sharing mobility.