Prima di morire, dal 2015 al 2016, l’artista bolognese Concetto Pozzati dedicò il suo ultimo ciclo pittorico a una serie di vulve, omaggio all’Origine del mondo, il dipinto di Gustave Courbet di cui teneva una riproduzione attaccata con una puntina sulla grande parete di legno dove dipingeva.
Per la prima volta quelle opere escono dal suo studio per la mostra monografica Vulv’are, curata dall’Archivio nato nel 2020 per tuterlare e promuovere l’opera e il pensiero critico dell’artista. Vulv’are inaugura il 9 ottobre alla Gallleriapiù e resterà esposta fino al 18 dicembre 2021.
Il ciclo è una sorta di ritorno alla giovinezza, al periodo “pop” degli anni 60, ed è affiancato da uno scritto di Concetto Pozzati dove si legge: «Il pittore se non guarda più immagina “vulvando”, sogna pur con la pupilla spalancata perché ha paura che il sogno svanisca addormentandosi. Tutto surreale, tutto disegnato, segnato, toccato, accarezzato… Tutto non visto ma incontrato, il fantasma è già arrivato. Non si rappresenta “vulvando” ma è il segno che ha il suo odore e si fa sempre vulva presentativa, sempre differente, occhio che schiude torpori e calori».
La mostra è accompagnata da un apparato grafico curato dal graphic designer Gabriele Colia che si sviluppa attraverso una serie di manifesti che veicolano il pensiero di Pozzati e da una pubblicazione editoriale come approfondimento critico con testi di Laura Rositani e Stefano Delfiore.