Angelo Schiavio è stato il più grande bomber nella storia del Bologna FC. Nel 1976 ha un negozio che si chiama Schiavio Stoppani Sport, sta in via Clavature, ci vanno tutti i bolognesi. Un giorno c’è un corteo e dei qualcuni si staccano, di fronte al negozio al numero 20 sta una palazzina con il solito portico, è del bomber è scrauso è disabitato è da ristrutturare, un gruppo di giovinastri sfonda una porta e si piazza in uno degli appartamenti. Sono tempi fatti così, di arrangiamento abitativo nell’aria sommossamente punk che pompa in piazza Maggiore.
Appurato che si tratta non di ultras ostili ma di giovani bolognesi svalvolati di un certo ingegno c’è un accomodamento.
«Quando decido di ristrutturare vi sbatto fuori nel frattempo ok», dice il vecchio bomber…affare fatto. The Traumfabrik: questo il nome dato a Clavature 20, una fabbrica di sogni come dicono i crucchi ma senza l’astuzia marketing della Factory di quel coatto di Andy Wharol. Gli occupanti passeranno 6 anni a disegnare, suonare, filmarsi e fotografarsi fino alla consunzione.
Tutto finisce nel 1983 quando la truppa artista occupante decimata dall’eroina e dall’epatite si scioglie vendendosi come può a chi paga per vedere disegnate esistenze uscite da una libertà senza perimetri. Finisce tutto in uno scatolone, tanta carta, fogliame con figure, foto, disegni. Per decenni lo scatolone è sepolto in una cantina poi un dì è rintracciato e scoperchiato. Pandora e appaiono. Centinaia di disegni e fumetti di una civiltà Pantone estinta. Viene battezzato Reperto 1.
The Traumfabrik Experience, un tomone di 500 + pagine uscito qualche mese fa per Pendragon, contiene il Reperto 1. Vi è tentato un ordine tematico nel disordine debord. Non un catalogo, ma un ingresso libero a “quello che è rimasto dell’esperienza creativa più oscena del novecento”.
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Crew
Giampi Huber è il capitan Sparrow che confeziona questo malloppo ed insieme con Giorgio Lavagna scrive pagine di ambientazione su disegnatori instancabili/ elenchi di casi umani con una gran mano/ effetti di oppiacei sui colori delle tavole/ cronache sul via vai creativo/ conflitti sulla gestione degli spazi casalinghi/ guerre di pennarelli/esperimenti lisergici con le prime Rank Xerox a colori/allacciamenti elettrici abusivi/risse punk per il controllo del giradischi et vinili Resident e Ramones/struggenti ritratti di vatesse vagabonde.
La ciurma occupante si completa con tutti quelli che diventeranno prima Centro d’Urlo Metropolitano e poi Gaznevada e poi Stupid Set e video e foto di Emanuele Angiuli e Marco Guidelli e Renato De Maria. Nel Reperto 1 non c’è audio ma c’è un’acustica rabdomante che affiora nella bella e bulla intro di Maruccia Casadio che allora svagonava molta New York in quelle stanze (c’è una foto con Lidya Lunch). Ora Mariuccia è una brillante critica d’arte. Questo tanto per dare senso vago di un’epopea e dei destini che si susseguirono e non si inseguirono.
P.P.P.R.
(Prima Pagare Poi Ricordare, acronimo coniato da Giampi Huber in onore di Filippo Scozzari reuccio del fumetto e disprezzante di qualsivoglia fauna fluisca nella Traumfabrik)
Scozzari residente stabile insieme Huber dice di averla chiamata lui Traumfabrik< lui chiude sempre a chiave la sua stanza quando non c’è per evitare furti di Pantone e accessi a sciroccati resi instabili dalle sostanze< lui co-fonda Cannibale e Frigidare< lui riceve Andrea Pazienza, che genuflesso porge le sue tavole< lui va a Milano da Alter Linus e Oreste del Buono< lui in questo tomone è descritto come capostipite di ogni disegno pensiero. Bè da come Giampi Huber ne parla siamo in presenza di un irascibile dio azteco.
Nel risvolto di copertina c’è la piantina dell’appartamento. Tre stanze un ingresso un bagno. Prima stanza Filippo Scozzari. Seconda stanza Giampi Huber. Terza stanza Dadi Mariotti. Innumerevoli le vite che le hanno attraversate.
Reperto 1 è uno scavo dove viene alla luce un’inciviltà barbara e scintillante irriducibile a qualsivoglia inclusione nei canoni dell’atelier istituzionalizzato. Dalle centinaia di disegni ogni volta sbotta un’energia incredibile intatta a distanza di quasi mezzo secolo. Niente crediti, è il frutto di un lavoro collettivo forse unico al mondo “non ci sono stronzeregole nella casa occupata tutto è sospeso la fisica il tempo la logica”. L’ordine è abolito lo dimostrano filmati con fantasmi che vagano sempre sul punto di sparire e poi di riapparire.
Adesso è quasi il 2026 e a chi è nato su per giù nel 2006 potrebbe riprovarci ma non è detto che ne valga la pena, non ci sono più i bomber di una volta.
The Traumfabrik Experience. Bologna 1976-1983
1.5 kg-29x21cm-544 pagg – 45 euri
Edizioni Pendragon
Il volume sarà presentato martedì 25 novembre alle h 17 nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna alla presenza di Gianpietro Huber, Giorgio Lavagna, Anna Gozzi, Mariuccia Casadio. Introduce e modera Fabiola Naldi.