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roBOt 2015: presentata la sezione A/V, dedicata alle arti visive

6 progetti curatoriali, scelti e commissionati direttamente dal festival

Scritto da La Redazione il 31 agosto 2015

Tra i sei progetti curatoriali individuati da roBOt Festival nel segno di #XLR8, tema guida di questa edizione, si segnala l’anteprima assoluta del live audio/video dove il suono spigoloso e raffinato di Morkebla incontra i visual di Sara Scenderbech: incubatrici, acquari, trapani odontoiatrici danzano in una voragine di vertiginose profondità producendo paesaggi alieni, sospesi tra artificiale ed organico.

FUSE*2

In programma Ljós, la più recente avventura firmata Fuse*, uno dei collettivi più esaltanti ed affilati nell’esplorare in tutta la loro vastità i territori del multimediale, che questa volta indaga la disciplina più vicina alla performance con la danzatrice Elena Annovi.

ToaMataBand

Con il progetto Toa Mata Band, roBOt Festival ospiterà la prima “band robotica Lego” al mondo dove ad essere protagonisti saranno proprio gli ometti di plastica che hanno contrassegnato l’infanzia di diverse generazioni. È da loro che Giuseppe Acito è partito per costruire quel piccolo prodigio che è la Toa Mata Band: un sistema di motori, pulegge, elastici e un MIDI sequencer, il tutto sotto il controllo di un processore Arduino.

Luca_Pozzi

One Church One Column di Luca Pozzi è un lavoro installativo che rappresenta la capacità di un attore di assorbire a distanza l’informazione circostante. Spazio, tempo, luce e memoria storica si comprimono nel micro-spazio di un oggetto fluttuante, arrivando a costituire un database da un lato a forma di “cloud” ma in realtà assolutamente analogico.

DEEP ORCHESTRA

Le incursioni della DEEP ORCHESTRA – un progetto nato da una costola di Go Deep, workshop ideato dai Motus in collaborazione con Andreco – si basano su attacchi sonori a sorpresa, realizzati grazie a strumenti – a zaino – autocostruiti, facilmente traportabili, pronti per essere sfoderati in un gioco che diventa una vera e propria “quadrifonia centrifuga”, col suono che avvolge e spiazza.

BORA
E poi Bora, un piccolo gioiello che è stato già annunciato, del ravennate Yuri Ancarani che in occasione di roBOt Festival lavorerà in sinergia con l’inglese Samuel Kerridge, uno dei talenti più affilati degli ultimi anni nei terreni apocalittici dove la musica digitale si fa impatto, rumore, potenza, avventura.