Non serve essere dei segugi da bar per rendersi conto di essere in un locale dove abbandonarsi senza preoccupazioni nelle mani dei barman – capitanati dalla premiata ditta Flavio Angiolillo e Marco Russo, che troverete anche allo speakeasy 1930 se diventerete clienti del Mag. Sono ottimi indizi i camerieri che ti accolgono con gentilezza e sanno consigliarti i migliori drink della casa, la lista dei cocktail nascosta nei libri regalati dai clienti e appoggiati sui tavoli, l’atmosfera da caffè di una volta che più calda non si può, la musica blues e jazz che prende bene, le bottiglie di alcolici che decorano una parete e l’assenza del buffet durante l’aperitivo. Al primo sorso di Negroni del Marinaio ne sono quasi certo, così un drink tira l’altro e mi fermo al quarto solo per amor di fegato. Qui bere non significa sbronzarsi, ma raggiungere gradualmente uno stato di benessere alcolico: infatti i cocktail pestano il giusto. Come in ogni bar serio, ogni drink ha il suo bicchiere: Flavio e Marco girano il mondo alla ricerca di bicchieri antichi (e cucchiaini, shaker, bottiglie, misurini). E non c’è passeggiata sui Navigli che si rispetti senza avere in mano un Mag a porter. La prova definitiva sulla qualità del bere arriverà la mattina dopo quando avrò smaltito tutto senza cerchi alla testa.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2020-03-01