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Roma secondo Calcutta

A fine novembre l'uscita del secondo, chiacchieratissimo album 'Mainstream'. Poi un tour da tutto esaurito - incluse le date di Milano e Roma in apertura a I Cani il 21 e 23 febbraio. Edoardo Calcutta e la sua personale guida alla capitale.

Scritto da Chiara Colli il 4 novembre 2015
Aggiornato il 2 novembre 2017

Tra le varie cattive abitudini del cantautorato indie italiano, probabilmente la più insopportabile è quella di prendersi un po’ troppo sul serio. Un problema che (almeno per ora) non riguarda Calcutta, menestrello pontino la cui poetica ironica, sgualcita e lo-fi è cresciuta sull’asse Latina (la sua città)/Pigneto (il quartiere romano che lo ha adottato). Dopo un album – Forse…, uscito nel 2012 per Geograph Records – e l’ep Sabaudian Tapes, licenziato l’anno successivo da Selvaelettrica, Calcutta è giunto a un secondo disco che, già dal titolo, mescola la svolta sensibilmente pop del Nostro con l’impossibilità di fare davvero sul serio.

calcutta cover mainstream
La copertina di “Mainstream”: una chiara situazione di agio e benessere tutto romano
Mainstream è uscito il 30 novembre per Bomba Dischi e sta attraversando lo Stivale in lungo e in largo attraverso un tour da ripetuti “tutto esaurito”. Sarà perché è un disco che funziona come una lente d’ingrandimento, capace di avvicinare così tanto l’occhio a «Le piccole cose che saranno capitate anche a voi», da farle vedere ribaltate, da farne emergere soprattutto l’aspetto nonsense (che sì, spesso viene anche appositamente accentuato, di pari passo allo spleen). Nel frattempo i ritornelli entrano ancora più in testa di prima, la produzione è ancora più pop di prima. E, altrettanto immutata, è la passione di Calcutta per i luoghi e le città. Latina, Pomezia, Roma. E adesso anche Milano, Frosinone, Bologna, addirittura Peschiera del Garda (tutte citate in Mainstream).

Non potevamo non cogliere l’occasione – prima che diventi una pop star anche al di fuori del GRA – di farci raccontare “la capitale immorale” dal cantore di Latina, attraverso i posti di Roma a cui è più legato. Per ognuno di questi ci ha lasciato anche una canzone: Torpignattara manca all’appello solo perché è già la protagonista del video di Cosa mi manchi a fare, primo brano estratto da Mainstream.

QUARTIERE COPPEDÈ

Mi ricordo una notte, non era tardissimo ma le strade erano comunque vuote da farti pensare che l’alba fosse dietro l’angolo. Era il compleanno di Valentina, una mia amica, e la piccola festa che aveva organizzato in un locale era finita prima del previsto. Mi ha portato a fare quattro passi al quartiere Coppedè e ci siamo baciati, così, per rendere il momento più magico. Abbiamo parlato anche molto di questa canzone che, in effetti a pensarci ora, era la colonna sonora in muto di quella passeggiata notturna.

STAZIONE TERMINI

Mi fa paura pensare a quanti batteri, insetti, animali e persone passino quotidianamente per la stazione Termini. Avendo vissuto a Roma solo per alcuni lunghi periodi, questa stazione rimane il posto dove ho passato più tempo nel perimetro del Grande Raccordo: per questo motivo, nonostante sia un posto infernale, per me rimane una certezza e ci sono affezionato. Qui penso di aver provato tutte le sfumature dei sentimenti, dall’odio all’amore in fila per fare il biglietto, davanti al tabellone abbronzato dai numeri luminosi che indicano i ritardi, perso nei passaggi che collegano la metro A alla B. Consiglio di passeggiare dopo il tramonto fra i 32 binari con Moon Song dei My Bloody Valentine nelle cuffie.

SPINACETO/VALLERANELLO

Ho vissuto quasi 2 anni in uno studentato a Valleranello, un piccola frazione di Roma sulla Statale Pontina – più o meno all’altezza di Spinaceto. È un posto meraviglioso, dove tornerei a vivere perché abitare su una strada così lunga e trafficata mi dà sempre l’idea di stare un passo avanti al tempo, sempre nel presente. Fra le altre cose, la Pontina passa anche per Latina – che è la mia città – e questo mi faceva sentire un po’ più a casa. Ho davvero un bel ricordo di quegli anni, ricchi di cene universitarie, passeggiate sul cavalcavia, gelati a Trigoria, nottate ad aspettare bus notturni e serate di balli iraniani. Ma soprattutto, sigarette in balcone con vista GRA e questo pezzo di Battisti che usciva dalla finestra del mio vicino.

PIAZZA degli ZINGARI

Ho sempre avuto un debole per una ragazza conosciuta tanti anni fa all’università, mi piace moltissimo passare il tempo con lei. Ora non la frequento più molto, ma ogni volta che ci incontriamo mi sembra non sia passato un minuto dai tempi in cui eravamo entrambi pendolari e dopo le lezioni perdevamo tantissimi treni passeggiando per Monti. Ci fermavamo sempre in questa piazza per fumare una sigaretta… E vabbè, niente, ascoltatevi la canzone.

TUTTE LE STRADE CHE PORTANO DAL DALVERME AL FANFULLA

Esistono vari itinerari che collegano questi due circoli Arci sulla Prenestina, ma non sempre il percorso più breve è quello giusto: negli anni, infatti, ho notato che esiste una strada per ogni serata e per ogni umore. L’unico problema è che sono sempre troppo sbronzo per ricordarmi esattamente come funziona questa cosa. In ogni caso sono molto affezionato a questi percorsi.