Nel rispetto di quella gloriosa tradizione mancuniana partita coi The Fall e (per fortuna) non ancora esauritasi, i Duds sono quel genere di band che: ti rimette in pace con le chitarre, meglio ancora se storte; ti fa pensare che la canzone anti-pop perfetta possa durare anch’essa due minuti e non oltre; ti convince, almeno per tutta la durata dell’album, che il post punk sia il miglior non-genere di sempre – o quantomeno il più geniale. Da Manchester via West Coast, attraverso il marchio di garanzia di Castle Face Records, i cinque ragazzi arrivano al Boccaccio – per una serata congiunta a cura di Occult Punk Gang e Into the Week – con i loro „ritmi irregolari“ tra devianza e divagazioni free, no wave newyorchese, reminiscenze Beefheartiane e minimalismo. Qualche mese fa sono state tra le band che più di tutte (insieme ai compagni di etichetta Male Gaze) hanno spettinato il pubblico del Liverpool International Festival Of Psychedelia: perderseli al loro primo passaggio in Italia darebbe un dispiacere anche a Mark E. Smith.
Geschrieben von Garbatella No Wave