Ecco l’idea di questa minirassegna, composta di tre date in tre mesi: deprivazione sensoriale, sia per quanto riguarda la vista (i concerti si svolgeranno nella completa oscurità) sia per l’informazione. Due righe criptiche a indicare dei „generi musicali“ proposti, per questo terzo e ultimo appuntamento sappiamo che ci saranno l’incontro di „sussurri e grida, voci ed archi“ del quintetto composto da Giampaolo Verga (violino), Pierangelo Pandiscia (campane di cristallo), Gino Ape (voce e oboe), Francesca Gualandri (voce soprano) e Enya Idda (testi, canto mongolo, sibili e partitura per profumi). Qualcosa in più si sa sulla disposizione che sarà, pubblico seduto al centro della sala, musicisti agli angoli. E si sa anche che la privazione di un senso a vantaggio degli altri dovrebbe sensibilizzare questi ultimi, come ci insegnano i non vedenti. Diciamoci la verità: l’aspetto visivo della musica, se disgiunto da acute trovate coreografiche, non sempre comunica molto. Solo un musicista di pari competenza è in grado di cogliere eventuali finezze tecniche e sfumature (in real life: cosa aggiungere alla wishlist di synth, pedali o piatti. Oppure: guarda come sculetta). Sarà la volta che ascolteremo davvero? Azzardo un’ipotesi di (amara) realtà: se l’unica volta che siete andati a un concerto di elettronica, elettroacustica, „musiche del resto del mondo“ o improvvisazione avete dormito saporitamente, non ci verrete. Probabile ci saranno le solite persone che seguono questi concerti anche a piedi nudi sui Lego. Male (i Lego e gli assenti).
Geschrieben von Giocondo Scelgo