Ideale anello di congiunzione tra l’elettronica accademica, di ricerca e quella più prettamente istintiva, quasi ludica, da suonare e ascoltare per puro piacere. Burnt Friedman (vero nome Bernd Friedmann) in oltre trent’anni di carriera ha suonato tutto e il contrario di tutto, smontando e rimodellando il suono elettronico e i suoi strumenti. A volte solo per il gusto di farlo, altre mosso da profondi principi tecnico/teorici o da improvvise intuizioni compositive. Senza dimenticare le contaminazioni jazz e dub, gli altri suoi grandi amori musicali. Un intellettuale anarchico dei bpm, ma a suo modo anche un eroe romantico, come ci ricorda uno dei suoi lavori più riusciti, quel “Plays Love Songs” del 2001 che gli diede una certa visibilità internazionale. Tedesco, classe ’65, Friedman è un artista prolifico e avvezzo alle collaborazioni: il progetto Nine Horses con David Sylvian, Flanger con Uwe Schmidt o le session con Jaki Liebezeit, mitico e compianto batterista dei Can. Lo scorso dicembre ha pubblicato “Anthology 1980-2017”, una raccolta di brani usciti nel corso degli anni solo in vinile e che per la prima volta sono stati riuniti sotto un unico tetto digitale. I suoi live si muovono spesso e volentieri in territori vergini, inesplorati. Spazi dove curiosità, meraviglia e memoria si intrecciano, formando ideali non luoghi sonori. Non a caso Nonplace è il nome della sua etichetta personale, fondata all’alba del terzo millennio.

MATTEO QUINZI

VINCI CON ZERO

Zero Roma e Ō Festival mettono a disposizione 5 ingressi ognuno valido per due persone per il concerto di Burnt Friedman. Per partecipare basta mettere like alla pagina Zero Roma e inviare un messaggio specificando l’evento di riferimento e il nome e cognome delle due persone da inserire in lista. I vincitori saranno scelti tra tutti coloro che avranno partecipato entro le 12:00 del giorno precedente l’evento in oggetto e saranno gli unici a ricevere un messaggio di risposta.