“Your’re bad for me like cigarettes. But I haven’t sucked enough of you yet” – Rowland S. Howard
Big Sexy Noise è un’esplosione basica, acida, ieratica. Dove il soul solleva, questo blues schiaccia, scava e seppellisce. Al centro c’è lei, icona assoluta della no wave, Lydia Lunch. Controversa, tagliente, sboccata. Una discografia infinita, progetti, collaborazioni, Marc Almond, Kim Gordon, Nick Cave e lui, Rowland S. Howard. Geni del male, quello nero come il petrolio, nefandezze e tutte le declinazioni perverse di quella cosa che gli altri chiamano amore. Con una pala in mano e una borsetta nell’altra. Io e Lydia Lunch abbiamo una relazione complicata, aperta, poliamorosa. Siamo entrambe ossessionate dalle nostre borsette, dai ragazzi alti che ci spezzano il cuore, dai collant coprenti neri 40 denari e dagli amourette da quattro soldi. Quando piove, come gatte insoddisfatte, torniamo a casa e ci lecchiamo pelo e ferite, ubriache, sporche di terra, sogniamo di limonare sulle punte.
Geschrieben von Paolo Santoro