Qualche settimana fa, passeggiando per Dalston, ad est di Londra, arrivo a un appuntamento di fronte al Café OTO, un laboratorio musicale di performance sperimentali, costituito da un unico volume monolitico e realizzato con scarti e macerie presenti sull’area. L’amica che mi aspetta ha appena finito di intervistare lo studio Assemble, autore del progetto. Il giorno dopo ci spingiamo al Blackhorse Yard, una riconversione fisica, portata avanti attraverso componenti industriali uniti a elementi fatti a mano, di uno spazio ora utilizzato come caffetteria, laboratorio creativo e luogo di lavoro. Entrambi i casi – come quelli del Granby Four Streets e del Baltic Street Adventure Playground- ben raccontano l’approccio del collettivo inglese, ormai conosciuto e stimato: interdisciplinarietà, cooperazione e pragmatismo sono alla base di un processo di gestione del progetto che conferisce alle architetture linguaggi democratici e nuove possibilità. La mostra Way of Listening, in programma a Roma e dedicata agli Assemble, non fa altro che sottolineare come il loro lavoro in terra britannica funzioni, e ci suggerisce, attraverso una tavola rotonda con realtà italiane, gli spunti per cambi di direzione necessari nel fare architettura.
Geschrieben von Emiliano Zandri