Ormai lo sappiamo, al Dude la techno è di casa: tra le mura del club di via Boncompagni ogni fine settimana vengono raccontate per tutta la notte storie d’incontri, scontri, cortocircuiti culturali e pezzi la storia della musica contemporanea scandiscono la vita di milioni di appassionati ai quattro angoli del pianeta. E questo venerdì, manco a dirlo, alla regola non si fa assolutamente eccezione.
Il format è quello di Dancing in the Dark, il primo nome è quello degli olandesi Unit Moebius. “La risposta europea agli Underground Resistance”: questo è quello che dice Resident Advisor, questo è quello che dice la storia. Immaginatevi un gruppo di giovani dall’attitudine funk / punk nati e cresciuti nel pieno del boom edilizio di una città come L’Aja, oggi sede del Parlamento Europeo, ieri culla del ceto medio olandese. Il tutto, ovviamente, contestualizzato nell’Olanda multiculturale di fine anni 80, quella dell’esplosione dei party illegali, delle droghe sintetiche, della Rave Culture, del Mondo Techno. Prendete tutto questo, aggiungete un ammasso informe di analog gears e distorsori vari, mischiate il tutto con chiari riferimenti stilistico-musicali riconducibili al tipico jack / acid sound di Chicago e alla scena post-industrial inglese, oltre che ovviamente all’immancabile Techno di Detroit ed all’Electro dei padri fondatori. Cosa otterrete?
Otterrete la scena Planet Rock, otterrete il Jak Sound, otterrete un suono ibridamente acido, scuro, ruvido. Un suono originale, unico e inimitabile, distintivo di una città e un movimento che ancora oggi fa proseliti di grande caratura internazionale – due su tutti, Legowelt e D’Marc Cantu, oltre alla crew di Creme Organisation, label e punto di riferimento del genere oggi come ieri. Otterrete un live act che, ieri come oggi, non va assolutamente perso.
Ad accompagnare il glorioso passato della techno scene olandese in quel del Dude Club ci sarà poi colei che idealmente ne viene considerata l’ideale prosecuzione di questo mondo, ovvero Xosar: nata negli Stati Uniti, di base a Berlino, la performer cresciuta sotto l’egida di quella splendida realtà che fa capo al nome di Rush Hour ha saputo nel corso degli anni ritagliarsi lo spazio che merita a colpi di uscite discografiche per labels come L.I.E.S., Pinkman, Creme Organisation e Black Opal e live acts analogici davvero d’eccezione.
Tra oscure horror soundtrack, sonorità sperimentali e scenari interstellari, aspettatevi una performance che travalichi il concetto convenzionale di techno per lanciarvi oltre. Un salto nel buio che vi farà ballare tutta la notte.
Geschrieben von Andrea Vecchione