Tuva è una repubblica russa che si trova nel centro esatto dell’Asia. Ha una splendida bandiera, fatta di cielo e di sole, e un logo incredibile, con un uomo a cavallo che vola attraverso l’orizzonte celeste. Non credo che loghi e bandiere contino nella formazione dell’immaginario, ma, se così fosse, i bambini di Tuva sono un passo avanti. E non è l’unico vantaggio su cui possono contare. L’altro è il canto armonico, abilità sviluppata anticamente come strumento per entrare in contatto con gli spiriti locali: un canto di gola in grado di modulare note e armonici contemporaneamente.
Un canto intorno a cui è intessuta la musica di queste star degli Huun-Huur-Tu, termine che indica l’effetto della luce solare che filtra tra gli alberi o le nuvole. Canzoni che descrivono la vita della steppa e il rapporto con i cavalli. Voci che simulano i rumori del battito cardiaco, dello scalpitare degli zoccoli, dei rumori della natura. A questo punto basta mettere insieme i pezzi, sostituire idealmente le corde vocali con quelle elettrificate di una chitarra, e si capisce in fretta che gli Huun-Huur-Tu non sono altro che un gruppo metal. E quelli partiti in volo dalla steppa tuvana non sono cavalli qualsiasi, sono gli apripista dell’apocalisse.
Geschrieben von Andrea Cazzani